Finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel, il dossier Aspi sta per essere chiuso. Dopo la lunga battaglia sulla revoca delle concessioni autostradali, Atlantia (che controlla Aspi) ha raggiunto un accordo preliminare con il Governo.

Al momento manca solo l’ufficialità, ma entrambi le parti sembrano essersi accordate.

Durante la notte infatti, si è tenuto il Consiglio dei Ministri che ha preso importanti decisioni sulle manovre economiche-finanziarie da seguire. Aspi quindi sta per tornare nelle mani dello Stato, la nazionalizzazione è vicinissima.

Si tratta dell’ultima proposta, che sembrerebbe sia già stata accettata dalla famiglia Benetton. Nel caso in cui Atlantia non rispetti gli accordi previsti nei prossimi mesi, la revoca sarà immediata.

Avevamo già previsto un’operazione del genere da parte del Governo, se ti interessano ulteriori informazioni, leggi anche: “Azioni Atlantia: lo Stato acquisirà il 50% di Autostrade?”.

Di seguito tutti i dettagli sull’accordo tra Autostrade per l’Italia e Governo.

Aspi: la prima fase

Il riasset societario, dettato dal Governo, si dividerà in due fasi.

Nella prima avverrà lo scorporo di Aspi da Atlantia, con conseguente riduzione delle quote detenute dalla famiglia Benetton. Attualmente i Benetton detengono l’88% del capitale di Aspi, partecipazione che scenderà fino al 10%.

In questo modo, la famiglia Benetton sarà fuori dal consiglio di amministrazione (vista l’esigua quota di partecipazione), e non avrà quindi potere decisionale.

Al tempo stesso, ai Benetton subentrerà CdP (Cassa Depositi e Prestiti) che acquisirà il 51% del capitale di Aspi. Sarà quindi l’azionista di riferimento.

La seconda fase

Più complessa invece la seconda fase, anche se rimarca le grandi ambizioni del Governo. Infatti, dopo la fase iniziale , una volta concluso il riasset societario, è prevista l’entrata di ulteriori soci nel capitale della società autostradale.

Avverrà quindi un aumento di capitale e la società verrà quotata sull’FTSE Mib, alla Borsa di Milano. Ribadiamo però che manca ancora l’ufficialità dell’operazione, dopodiché Aspi potrà iniziare la sua “seconda vita”.