I buoni fruttiferi postali sono l’investimento preferito dagli italiani. Oggi, nel 2020, la richiesta di questo tipo di investimento è ancora una volta in crescita rispetto agli anni precedenti.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, nel 2018 Poste Italiane ha toccato quota 258 miliardi di euro di capitali bloccati (riguardanti appunto i buoni).

Un valore altissimo che conferma la fiducia degli investitori riposta nell’azienda italiana. Ma di questo ne abbiamo abbondantemente parlato in un altro articolo (leggi anche:“Poste italiane: i buoni fruttiferi sono l’investimento preferito dagli italiani”).

Oggi ci focalizziamo invece sull’emergenza coronavirus e su quanto influenzerà anche sui buoni fruttiferi postali. I risparmi degli investitori non sono più al sicuro? Potrebbe accadere qualcosa? Perderanno valore?

Di seguito troverete la risposta a queste domande.

Buoni fruttiferi postali: come funzionano e cosa può accadere

Non vi teniamo sulle spine e vi rispondiamo subito con una risposta secca che vale per tutte le domande poste: No. I buoni fruttiferi postali sono al sicuro, e con essi anche il capitale investito e i rendimenti (anche se su quest’ultimo fattore ne parleremo in seguito).

Famosi per avere un rischio d’investimento bassissimo, i buoni fruttiferi postali sono garantiti direttamente dallo Stato (emessi da Cassa Depositi e Prestiti). In pratica è la restituzione del capitale investito ad essere garantito al 100%, a prescindere da quando verrà presentata richiesta, se adesso o in futuro.

Lo Stato, quindi, si occuperà del rimborso degli investimenti.

L’azienda è comunque pronta per tornare a volare anche sull’FTSE Mib. Stamattina infatti, il titolo è in netto rialzo ed ha raggiunto quota 7,76 euro (+8,14%). Un trend positivo iniziato già da qualche giorno, che fa ben sperare.

Gli investitori possono stare comunque tranquilli, Poste Italiane è un’azienda solida, e continuerà ad esserlo. I conti sono sempre in regola, il bilancio migliora di anno in anno. Consigliamo un investimento sia in buoni fruttiferi e sia in azioni Poste Italiane.

La modifica retroattiva dei tassi d’interesse

L’unica cosa che potrebbe far destare qualche sospetto, è il recente caos scoppiato a causa delle modifiche dei tassi di interesse. Ricordiamo che Poste Italiane può agire retroattivamente rispetto ai buoni fruttiferi postali. L’azienda ha quindi la facoltà di modificare i valori relativi al rendimento, sia positivamente che negativamente.

Infatti non sono poche le persone che si sono viste ridurre gli interessi maturati fino al momento del “cambio” del buono. Alcune storie sono anche balzate agli onori della cronaca, come quella di una risparmiatrice veneta che si è ritrovata con un buono scaduto (per leggere l’articolo, clicca qui).

La conferma che Poste Italiane può agire retroattivamente e modificare i tassi d’interesse, è stata confermata anche da una sentenza della Corte di Cassazione nel 2019.

Però, c’è un però. La modifica del rendimento può essere attuata solamente ai buoni emessi prima del 1986. Tutti quelli sottoscritti dopo l’anno indicato, sono già stati emessi secondo le nuove percentuali di interessi, e quindi non c’è alcun rischio nemmeno per la modifica del rendimento dello stesso.