Nessun dossier ufficiale è stato aperto sull’eventuale fusione Ubi Banca-Bper. Però, a quanto pare, nell’ultima settimana alcuni soci dei rispettivi istituti avrebbero avviato approfondimenti sull’operazione. Sono in valutazione vantaggi e svantaggi della fusione, il progetto è al vaglio degli azionisti.
Ricordiamo quindi, che nessun accordo scritto o proposta è arrivato al board degli istituti di credito. Ma stavolta a giocare un ruolo importante, è il tanto richiesto consolidamento bancario italiano. Molte banche sono favorevoli ad un’aggregazione multipla, cosa ben vista anche dalla Vigilanza Bce.
Della possibile (e sensata) fusione tra Ubi Banca e Bper ne avevamo parlato già alla fine di Ottobre, ma solamente ora l’operazione sembra prendere forma (Leggi anche “UBI Banca pronta per la fusione con BPER”).
I singoli azionisti stanno quindi valutando l’operazione. Inoltre si vocifera che UBI Banca stia preparando il piano per la fusione e che avrebbe intenzione di consegnarlo a BPER per valutarlo, entro la fine del primo trimestre 2020.
Attualmente a destare interesse non è soltanto la fusione tra l’istituto lombardo e quello emiliano, ma che potrebbero aggregarsi anche altri gruppi ed istituti bancari italiano. Le condizioni per un operazione del genere ci sono, e la nascita di un super-istituto bancario nazionale è fattibile.
La concorrenza si fa sempre più serrata ed ora non si ferma soltanto agli istituti fisici e “reali”. Soluzioni fintech e big tech stanno avendo sempre più successo, così come criptovalute e conti correnti-deposito online. Il futuro delle banche potrebbe essere a rischio, ma sinergie per costi e ricavi, potrebbero migliorare nettamente la situazione.
Il contesto attuale in cui si trovano le banche è caratterizzato anche da bassi tassi di interesse e stagnazione economica. A quanto pare l’aggregazione di più istituti sembra l’ipotesi più plausibile per “rimanere in corsa”.
La situazione bancaria italiana, attualmente non è delle migliori. Negli ultimi anni abbiamo assistito a fallimenti bancari (come accadde per Monte dei Paschi di Siena) e bizzarri piani di salvataggio (come per l’attuale caso della Popolare di Bari). A complicare la situazione ci si sono messe poi le varie truffe, ad esempio quelle dei diamanti che ha colpito anche “mostri sacri” come Intesa San Paolo e Unicredit (Leggi “Maxi truffa dei diamanti: tutti gli ultimi risvolti”). E intanto i consumatori perdono sempre più la fiducia verso gli istituti di credito.
L’aggregazione di più istituti, potrebbe quindi accadere davvero, d’altronde come si dice in questi casi: “l’unione fa la forza”. Sarà questo il concetto su cui si baseranno gli istituti di credito, operazione ben vista da borsa e Bce. Oltre quindi alla possibile fusione tra Ubi Banca e Bper, era in corso anche quella tra Bper stessa e Unipol (che a sua volta detiene oltre il 10% di Bper), e si vociferava che anche Banco BPM sarebbe stato interessato alle aggregazioni e per qualche tempo si è anche parlato di un’ipotetica fusione tra Ubi e BPM.
Banche minori come MPS non resteranno di certo a guardare, ma entreranno sicuramente anche loro nella partita, aggregandosi ad un istituto bancario maggiore. Insomma, la situazione è complessa ma qualcosa si sta muovendo. Sicuramente non avremo delle risposte concrete a breve termine, ma potrebbe accadere qualcosa di importante nel corso di questo 2020.