Qualcosa si muove nel sistema bancario italiano. A breve assisteremo sicuramente ad una importante fusione, bisognerà vedere solo quale. Le ambizioni di gruppi bancari come Banco BPM e Ubi Banca sono grandi, e rispettivamente stanno pensando di incorporare altri istituti di credito come MPS (per Banco BMP) e BPER (per Ubi Banca).

Avevamo anche parlato di una possibile fusione tra Banco BPM e Ubi Banca (ecco l’articolo “Banca BPM e UBI Banca : nuovo colosso bancario italiano”), con entrambi i gruppi che non hanno disdegnato affatto l’unione.

Però le dichiarazioni dei rispettivi a.d. ci sono sembrate troppo timide per far nascere da subito il nuovo colosso. Probabilmente bisognerà attendere ancora un po’ di tempo, magari aspettare le acquisizioni di MPS e BPER da parte dei due gruppi.

In questo caso, il colosso bancario che nascerà, potrebbe addirittura insidiare Intesa San Paolo, che al momento è la principale banca d’Italia. Che inoltre viene considerata la migliore da molti italiani.

La fusione Ubi-BPER

Quindi, sembra molto più sensata e probabile una fusione tra Ubi Banca e BPER. Che non è assolutamente da sottovalutare dato che dalla loro unione potrebbe nascere il secondo-terzo gruppo bancario italiano (per importanza, numero clienti, prestiti e così via). Inoltre Ubi Banca sta studiando anche un’aggregazione con la banca emiliana Banca Pop Er.

Secondo noi di BorsaMagazine, non passerà molto tempo prima di vedere Ubi Banca diventare il gruppo bancario più potente d’Italia. Certo, ora è già nelle prime posizioni, ma le ambizioni del gruppo fanno ben sperare. Intesa San Paolo è avvisata, anche se sappiamo che non starà di certo lì a guardare. Anzi, il gruppo Intesa ha cominciato ad aggiungere servizi fintech e guarda già al futuro. Sarà dura.

Ritornando alla fusione Ubi-BPER, ci sembra una cosa fattibile anche dal punto di vista della governance . Facilitato sicuramente anche dal simile assetto azionario dei due istituti. Entrambi hanno uno o più soci di riferimento, cosa che non possiede Banco BPM (non ci sono soci di “peso” nel gruppo), e che quindi risulta più appetibile agli occhi di Ubi.

I soci di riferimento e le previsioni future

Un patto parasociale tra Fondazione CariCuneo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e altre grandi famiglie imprenditoriali storiche per il gruppo, controlla il 16,7 % di Ubi.

Dall’altro lato invece, tutto passa dall’asse formato da Fondazione Sardegna (10,6 %), Unipol (19,9 %), CariModena (3 %) ed altre fondazioni minori.

Insomma, sia sul piano amministrativo e sia su quello industriale, le due realtà non farebbero altro che trarre vantaggi da questa fusione. E diventare già il secondo gruppo bancario “domestico”.

Gli analisti suppongono che una fusione tra i due gruppi avrebbe concambi allineati con i prezzi di mercato; 1,4 azioni Ubi per ogni azione BPER. Poi, i soci di BPER avrebbero l’11,5 %, la quota di Unipol scenderebbe al 7,5 %, mentre quella di Ubi sarà intorno al 10 %. Ma le migliori stime sono tutte per l’utile che riuscirà a produrre il nuovo istituto di credito : si pensa che potrebbe addirittura essere superiore al 25-30 % rispetto a quello attuale.

Digitale, innovativa, trasparente e sicura. Ubi Banca è pronta per il prossimo step.