Un importante carriera imprenditoriale alle spalle, nominato Cavaliere del Lavoro, Ufficiale, Commendatore della Legion d’Honneur e infine laurea honoris causa in Legge. Tutto questo è Carlo De Benedetti, “l’ingegnere”. A 85 anni torna in pista e annuncia di voler riprendere il controllo della famosa testata nazionale “La Repubblica”. Tra l’altro venduta una decina d’anni fa ai propri figli.

Venerdì 11 Ottobre, ha presentato un’offerta alla Cir, holding che controlla La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e altri giornali locali. Si tratta dell’acquisto del 29,9 % delle azioni controllate da Gedi (Gruppo Espresso). L’offerta si basa sul prezzo di chiusura in borsa di Giovedì, ovvero 0,25 € per azione. Nessun premio per quotazione di mercato o per il controllo. L’offerta, al momento, è stata rispedita al mittente.

Botta e risposta

A respingere l’offerta è stato proprio il primogenito di Carlo De Benedetti, Rodolfo, che attualmente controlla la holding di famiglia insieme ai fratelli. Rodolfo De Benedetti si dichiara amareggiato e sconcertato per l’iniziativa presa da suo padre, che a suo dire potrebbe causare inutili distrazioni.

E non si fa certo attendere la risposta di De Benedetti senior, che reputa bizzarre le dichiarazioni di Rodolfo e fa presente che, chi ha risposto, è stata la stessa persona che ha negoziato la vendita del Gruppo Espresso con Cattaneo e Marsaglia. Inoltre, dichiara che la gestione di Rodolfo e dell’altro figlio Marco, è responsabile del crollo del valore dell’azienda. Chiude affermando che i due figli non hanno né le competenze e né la passione per poter proseguire nel campo dell’editoria.

La proposta

L’offerta è stata presentata a Gedi tramite Romed, la holding controllata da Carlo De Benedetti. Nella lettera si evince la volontà di Romed di acquistare il 29,9 % delle azioni in contanti. Poi sono state dettate alcune condizioni in caso Gedi confermi la vendita del gruppo. Tra queste le dimissioni entro due giorni lavorativi dal trasferimento delle azioni, dei componenti del consiglio di amministrazione di Gedi da parte di Cir. Questo vale per tutti i consiglieri ad eccezione di John Philip Elkann e di Carlo Perrone, che entrambi potranno mantenere le attuali cariche e gli attuali poteri. Infine, per le azioni rimanente che resteranno di proprietà di Cir, dovranno essere distribuite ai propri soci entro un anno dal trasferimento delle azioni alla società di Carlo De Benedetti.

L’iniziativa dell’ “ingegnere” intende rilanciare il gruppo ed evitare il futuro collasso. De Benedetti dichiara che nei 10 anni in cui ha presieduto nel gruppo editoriale, ha promosso le sue straordinarie potenzialità. Ora, conoscendo bene il settore, ha annunciato che le prospettive sono sì difficili, ma con impegno, passione e competenza il gruppo possa tornare ai fasti di un tempo.

Conclusioni

Nella sua lunga carriera, Carlo De Benedetti è stato amministratore delegato della FIAT, ha convertito CIR in una grande holding, è stato presidente di Olivetti, ha “aperto “ il capitale della famosissima AT&T, ha dato vita a Sofegi, a Omnitel, è stato proprietario di Buitoni e Perugina, vicepresidente del Banco Ambrosiano e potremmo continuare ancora per molto.

Insomma, probabilmente non può esserci una persona migliore di Carlo De Benedetti per il rilancio del gruppo e delle nostre più famose e importanti testate giornalistiche.