In queste ore, la famosa compagnia di navigazione italiana sta cercando di raggiungere un accordo con le banche per evitare il peggio. Un eventuale crack finanziario lascerebbe un buco da oltre 700 milioni di euro, il fallimento Moby fa paura. I vertici del gruppo stanno lavorando per la ristrutturazione del debito, ed hanno già chiesto una moratoria sul debito alle banche creditrici (Unicredit fra tutte) fino al 31 Gennaio 2020.

Attualmente non ci sono gli introiti necessari per onorare il debito, e ricordiamo che nel mese di Febbraio (2020) la compagnia di Vincenzo Onorato dovrà far fronte al pagamento degli interessi sul bond per 11,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il bond, la cifra è di 300 milioni di euro.

La situazione attuale

Oltre al danno, la beffa. Poco tempo fa Moby si è vista bloccare dalle banche la vendita di due navi, ovvero la Aki e la Wonder (Vedi “Moby-Tirrenia: un altro fallimento italiano”). L’operazione avrebbe permesso al gruppo nautico di rimborsare 66 milioni di euro a Unicredit e quindi pagare la prima tranche del prestito, in scadenza a Febbraio 2020.

Ora Moby sta cercando di trovare un accordo privato per un eventuale rinegoziazione con i creditori. Intanto si sta affidando a misure strategiche per evitare il fallimento, proprio come suggerito dal Tribunale di Milano, dopo aver respinto la richiesta di fallimento prospettico presentata dal fondo Sound Point.

Tutto questo per evitare la richiesta di concordato, che farebbe perdere a Vincenzo Onorato il controllo della compagnia italiana. Si sta cercando quindi un accordo con i creditori, che a loro volta sembra siano aperti al dialogo.

Un traghetto Toremar, altra società controllata da Moby

La ristrutturazione del debito

A quanto pare nessuna banca e nessun bonholders sarebbe interessato a rilevare Moby. Quindi, l’unica cosa per evitare il crack (che rientrerebbe di sicuro tra i 5 crack più grandi della storia dell’economia italiana) sembra essere una ristrutturazione dei debiti.

Gli obbligazionisti hanno dichiarato di essere pronti a salvaguardare il loro investimento, e a sostenere la ristrutturazione dei debiti di Moby. Il tutto verrà fatto non per estinguere i debiti, bensì per limitarli e riportarli ad un livello gestibile.

Fallimento Moby: previsioni future

L’agenzia di rating Moody’s non è invece così ottimista, confermando i problemi di liquidità del gruppo, i debiti in scadenza e l’incremento dei costi dei carburanti nel 2020. Per il nuovo anno infatti, i carburanti dovranno essere “green” e la famosa agenzia ha dei seri dubbi sulle capacità di Moby di reggere l’impatto economico di questo cambiamento.

Inoltre, sempre nel 2020 l’Antitrust si occuperò di ricalcolare e confermare le sanzioni inflitte alla controllata di Moby. Stiamo parlando di 29,2 milioni a Tirrenia per abuso di posizione dominante sulle tratte da e per la Sardegna. A questo c’è da aggiungere anche l’incertezza sul rinnovo della convenzione fra Tirrenia e il Ministero dei Trasporti, ci sono in ballo 72 milioni di euro l’anno.

Insomma, il 2020 sarà l’anno decisivo per Moby. O rimarrà la prima compagnia di navigazione italiana o scomparirà per sempre.