Torna d’attualità una possibile fusione tra Banco BPM e Bper, anche se si tratta (ancora una volta) di semplici rumors.

Se ne parla ormai da oltre un anno, ma solo adesso sembra che un’eventuale operazione di M&A tra i due colossi bancari possa avvenire sul serio.

Una fusione del genere rappresenta forse la soluzione migliore per il consolidamento del settore bancario italiano.

In questo caso sarebbero tre i maggiori poli bancari, che si ritroverebbero in equilibrio (per asset in gestione, numero di sportelli, e molto altro ancora) e in perfetta concorrenza tra loro.

Stiamo parlando di Intesa Sanpaolo, Unicredit e il futuro colosso bancario che potrebbe nascere dalla fusione tra Banco BPM e BPER.

Se ti interessano ulteriori info su questo argomento, ti consigliamo di leggere anche: “Risiko Bancario: MPS, Unicredit, Banco BPM, e… Mario Draghi!”.

Banco BPM e BPER: andamento di mercato

Per quanto riguarda l’andamento di mercato, sia le azioni Banco BPM che quelle BPER sono finite nuovamente sotto i riflettori. I due titoli hanno messo a segno straordinarie performance sull’FTSE MIB, le migliori dell’intero settore di riferimento.

A spingere i due titoli è stato senza dubbio il ritorno dell’ipotesi fusione, per ben tre sedute consecutive le azioni di entrambi gli istituti di credito hanno fatto dei bei balzi in avanti.

Con BPER che ha raggiunto i massimi da Marzo 2020, e Banco BPM che ha spiccato il volo dopo essersi liberata di ben 1,5 miliardi di euro di NPL.

Al momento della scrittura di questo articolo le azioni Banco BPM stanno guadagnando +1,51 %, con il valore del titolo che si attesta su 2,82 euro per azione.

Va anche meglio alle azioni BPER che guadagnano il +2,60%, per un valore pari a 2,13 euro per azione.

C’è da dire anche che Banco BPM ha archiviato definitivamente l’annus horribilis caratterizzato dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica, raggiungendo e superando ampiamente i livelli pre-Covid (ai tempi il titolo viaggiava tra 2 e 2,30 euro per azione).

Lo stesso purtroppo non si può dire delle azioni BPER, che nel pre-pandemia viaggiavano su un range di prezzo compreso tra 2,80 e 3 euro per azione. Ma il titolo è in netta ripresa e potrebbe raggiungere e superare anch’esso i livelli pre-Covid entro la fine del prossimo mese.

L’operazione di M&A

La fusione tra Banco BPM e BPER è probabilmente l’operazione più plausibile per questa nuova fase del risiko bancario italiano.

Si tratta senza dubbio dell’operazione di M&A che darà più vantaggi agli azionisti di entrambi i colossi bancari, soprattutto dal punto di vista dell’utile per azione che verrà incassato.

Oltretutto, una fusione tra i due istituti di credito dovrebbe mettere sullo stesso piano (o quasi) i maggiori tre poli bancari del Paese. Creando così una giusta concorrenza, e consolidando al tempo stesso il settore bancario italiano.

La situazione attuale (Intesa-Unicredit-BPM-BPER-MPS)

Intesa Sanpaolo, attuale maggiore istituto di credito italiano, dopo aver acquisito UBI Banca tramite la famosa OPS dello scorso anno, non dovrebbe effettuare o portare avanti ulteriori operazioni di M&A.

Unicredit, attualmente un gradino al di sotto di Intesa, sta invece provando ad effettuare operazioni di fusione con altri istituti di credito italiani, soprattutto dopo l’addio di Mustier che ha sempre mantenuto una posizione “contraria” a questo tipo di operazioni.

Con l’arrivo di Orcel si sono aperte nuove strade e si comincia a parlare anche di possibili fusioni. L’istituto di credito milanese è quindi alla ricerca della “sposa perfetta”.

Unicredit potrebbe ricoprire un ruolo determinante in questa fase di risiko bancario, rafforzare la propria posizione sul mercato e colmare del tutto il gap con Intesa Sanpaolo.

Tra le spose designate c’è MPS, più volte accostata ad Unicredit. Crediamo però che l’operazione non avverrà per il solito motivo, ovvero gli 11 miliardi di euro di crediti deteriorati che fanno capo all’istituto di credito senese.

L’operazione avrebbe un impatto patrimoniale negativo sull’istituto di credito milanese. Cosa che non avverrebbe invece con una fusione Unicredit-Banco BPM anche se produrrebbe solamente un aumento dell’EPS del 10% e un premio di controllo pari al 30%.

Invece l’impatto sul capitale risulterebbe nullo.

La possibile svolta

La migliore fusione resta quindi Banco BPM-BPER, anche se un super ménage à trois Unicredit-MPS-Banco BPM darebbe molto fastidio a Intesa Sanpaolo.

Quest’ultima verrebbe superata in tutte le regioni italiane (per quota di mercato), ma non solo. Il colosso Unicredit-MPS-Banco BPM diventerebbe sin da subito il primo polo bancario italiano, con una quota di mercato nazionale pari al 25%.