Il risiko bancario, di cui ormai se ne parla da mesi, può finalmente partire sul serio. Ad appoggiare le operazioni di M&A ci penserà il nuovo Governo Draghi che crediamo dia una bella accelerata ad eventuali fusioni e aggregazioni.

Il consolidamento del settore bancario italiano arriverà, già da tempo infatti gli istituti di credito sono in fermento e stanno sondando il terreno per la creazione di nuove sinergie.

L’aggregazione di Ubi Banca (ex-quarto polo bancario italiano) in Intesa San Paolo ovviamente non basta per imporsi sul mercato bancario e appunto consolidare l’intero settore.

Crediamo però che con Draghi alla guida del Governo, l’Italia (e le banche) possano rivedere la propria posizione sul mercato ed optare per una visione molto più europeista.

Infatti è stata proprio la BCE ad imporre aggregazioni di istituti di piccole e medie dimensioni in gruppi bancari più grandi e solidi (scelta appoggiata anche da Ignazio Visco, governatore di Bankitalia).

L’obiettivo? Sempre lo stesso, ovvero creare valore e superare in scioltezza la crisi economica in atto. Che molto probabilmente è anche la più grande crisi economica mondiale di sempre.

Se ti interessano ulteriori informazioni sul consolidamento bancario, ti consigliamo di leggere anche: “Unicredit, MPS, Banco BPM: pronti per il ménage à trois?”.

Di seguito tutte le novità sul risiko bancario italiano, cosa ne pensa Mario Draghi e la posizione dei vari istituti di credito.

Risiko Bancario: il ruolo centrale e strategico di Unicredit

E’ possibile individuare il baricentro del risiko bancario italiano, in MPS. L’uscita del Tesoro dal capitale dell’istituto senese non è in discussione, e dovrà avvenire entro la fine dell’anno (così è stato imposto dalla BCE).

Con Mario Draghi crediamo che finalmente MPS possa aggregarsi ad un altro istituto di credito e ricominciare una nuova vita. L’ipotesi più plausibile è un’aggregazione in Unicredit, idea rafforzata dal cambio alla guidance del gruppo milanese.

Fuori l’anti-M&A Jean Pierre Mustier, e dentro il “Cristiano Ronaldo” della finanza Andrea Orcel. Per la serie “guarda un po’ chi si rivede”.

Orcel non è affatto un nome nuovo, anzi. Se oggi Unicredit è strutturata in un certo modo, lo deve proprio ad Orcel. Nel 1998 è stato proprio il top manager romano ad orchestrare e spingere per la fusione tra Credito Italiano e Unicredito, creando il polo bancario che oggi tutti conosciamo come Unicredit.

All’epoca il colosso che nacque dalla fusione rappresentava la più grande banca d’Italia.

Poi negli anni superata da Intesa San Paolo, a sua volta nata da una fusione tra Sanpaolo IMI e Banca Intesa (effettuata proprio per colmare il gap con il neonato astro nascente del settore bancario italiano).

C’è da dire però che nelle ultime settimane il risiko bancario italiano sembra stia prendendo un’altra strada.

L’asse infatti si sta spostando da Unicredit-MPS verso Banco BPM e gli altri istituti di media grandezza (come ad esempio BPER, già da tempo sotto i riflettori per possibili operazione di M&A).

Meglio Banco BPM-BPER o Unicredit-Banco BPM?

L’attuale amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, si è sempre detto favorevole al risiko bancario. Anzi, dopo l’operazione portata a termine qualche anno fa (la fusione con Banco Popolare) Banco BPM sarebbe pronta a portare a casa un’altra importante aggregazione.

La sposa designata? Beh non poteva che essere una vecchia “fiamma” di Banco BPM, ovvero BPER. L’istituto di credito lombardo-veneto ci aveva già provato 14 anni fa, senza però riuscire a portare a termine l’aggregazione.

Ai tempi furono i soci milanese a declinare l’ipotesi di fusione con BPER (allora entrambi gli istituti di credito erano banche popolari cooperative).

Ebbene, oggi invece sono proprio i soci milanese a spingere per l’M&A tra Banco BPM e BPER, con Unipol Sai in testa.

Ebbene quest’ultimo detiene il 18,9% del capitale di BPER (una quota più che importante!) ed il board del gruppo ha già affermato che Unipol Sai appoggerà qualsiasi scelta utile per creare valore.

Attenzione però, perché c’è anche l’ipotesi Unicredit-Banco BPM. Per il momento si tratta solamente di rumors, ma già da tempo siano stati avviati contatti tra i due istituti di credito.

Anzi, entrambi starebbero valutando rischi e benefici di un’eventuale fusione.

Secondo il nostro parere, potrebbe essere l’unica operazione in grado di colmare il gap con Intesa San Paolo, che ha già portato brillantemente a termine l’OPS su Ubi Banca.

La storia potrebbe quindi ripetersi, con Unicredit che potrebbe allearsi con un altro importante istituto di credito (in questo caso Banco BPM), e far nascere (ancora una volta!) il più grande ed importante polo bancario italiano.

 

Foto di Harri Vick da Pixabay

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