Le azioni Cementir sono da tenere d’occhio, il titolo potrebbe rivelarsi un ottimo investimento a lungo termine. La multinazionale italiana delle costruzioni è quotata alla Borsa di Milano sul segmento STAR, e a quanto pare attualmente sembra che il titolo sia sottovalutato.

Da qualche mese infatti, le azioni Cementir sono in netto rialzo, ed il titolo è riuscito a chiudere delle sedute straordinarie. Gli analisti raccomandano “Buy”, ed hanno fissato un prezzo obiettivo con una sottovalutazione del 15% circa.

Il gruppo e solido e presenta un ottimo indice di liquidità. Buono anche il dividendo, che presenta un rendimento che supera leggermente il 2% annuo. Potrebbe sembrare basso, ma comunque superiore rispetto a quello distribuito da altri gruppi del settore.

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Di seguito l’andamento di mercato delle azioni Cementir.

Azioni Cementir: andamento di mercato

La multinazionale del gruppo Caltagirone si è nettamente ripresa dal crollo causato dalla pandemia. Il titolo ha raggiunto nuovamente i livelli pre-Covid, anche se i massimi dell’anno non sono stati ancora superati (6,94 euro per azione il 17 Febbraio 2020).

Il crollo del valore di quasi il 40%, è solamente un brutto ricordo. Al momento della scrittura di questo post le azioni Cementir stanno guadagnando il +2%, e il valore del titolo si attesta sui 6,12 euro per azione.

Bene anche sul fronte della capitalizzazione, che nei prossimi mesi potrebbe raggiungere quota 1 miliardo di euro. Attualmente è ferma su 970,63 milioni di euro.

Crediamo che il terzo trimestre dell’anno possa chiudersi in positivo, dopo il “disastro” del secondo trimestre. Il bilancio riguardante Aprile-Maggio-Giugno, infatti, non è stato dei migliori. Il fatturato è calato del -7% e l’utile ante-imposte si è ridotto di ben 37 milioni di euro.

Ma la svolta è dietro l’angolo, entro fine anno le azioni Cementir potrebbero raggiungere e superare i massimi del 2020. Sarà difficile però eguagliare i numeri dello scorso anno, quando i ricavi raggiunsero quota 1,21 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,19 miliardi di euro registrati nel 2018.