La quotazione del petrolio continua a scendere, il trend è assolutamente negativo. Nonostante la leggera ripresa di stamattina (Brent +3,59%WTI +3,17%) si prospetta un futuro non proprio roseo per tutto il settore petrolifero.

La domanda di greggio è calata enormemente, ma questo era evidente ance nel periodo pre-epidemia. Certo l’emergenza coronavirus ha contribuito fortemente allo scivolone del valore del petrolio e al conseguente crollo delle azioni dei colossi petroliferi.

Mai un barile di greggio aveva raggiunto un prezzo così basso, la quotazione del petrolio è tornata ai livelli del 2002. E le previsione future non aiutano affatto le aziende del settore idrocarburi.

Quotazione petrolio: la situazione attuale

Dal 1 Gennaio 2020 ad oggi, il petrolio ha perso oltre l’80% del proprio valore. Il WTI è arrivato addirittura a toccare quota 20,06 dollari al barile, da anni non scendeva sotto i 30 dollari. Stessa cosa per il Brent che ha toccato quota 25 dollari.

Al momento della scrittura di questo articolo, il WTI segna 24,10 dollari mentre va leggermente meglio per il Brent che staziona a quota 27,91 dollari. Entrambe le quotazioni sono in rialzo, rispettivamente del 3,17% e del 3,26%.

Attualmente stiamo assistendo ad una contrazione della domanda e, peggio ancora, ad un incremento dell’offerta. Quest’ultima operazione è da attribuire principalmente al mercato arabo, Rihad ha già annunciato un incremento notevole della produzione di petrolio.

La strategia del colosso Saudi Aramco

Il colosso Saudi Aramco ha già comunicato che l’attuale produzione arriverà ai massimi dell’azienda, verrà infatti prodotto petrolio come mai prima d’ora.

Il direttore finanziario del colosso petrolifero ha dichiarato che Saudi Aramco si sente a proprio agio con il prezzo del petrolio a meno di 30 dollari al barile e anche meno. Nonostante ciò, l’azienda annuncia che soddisferà comunque le aspettative degli azionisti.

A questo punto, dopo le dichiarazioni di Khalid al-Dabbagh le azioni Saudi Aramco hanno cominciato una lenta ripresa e cercano di stazionarsi sui 25/28 dollari per azione.

Ma l’intero settore è sempre a rischio, e le “mosse strategiche” attuate dagli arabi spaventa il mercato.

Di seguito vi spieghiamo il perché.

Previsioni e scenari futuri

La produzione annunciata da Rihad è pari a 12,3 milioni di barili al giorno, cosa che potrebbe causare un eccesso di offerta nei mesi a venire. E questa prospettiva futura già non è delle migliori.

A questo andranno aggiunti i problemi relativi allo stoccaggio del petrolio, infatti potrebbe finire in poco tempo tutto lo “spazio” a disposizione dei colossi petroliferi. E l’intera industria petrolifera sarà costretta a fermarsi.

In questo caso si prevede un ulteriore ribasso della quotazione del petrolio, che potrebbe continuare il suo trend negativo. E servirà porre attenzione su questa situazione che in pochissimo tempo potrebbe degenerare e il prezzo del petrolio scendere a quota zero.

Ma c’è di più, la quotazione del petrolio potrebbe diventare anche negativa e i colossi petroliferi sarebbero poi disposti a pagare i clienti pur di liberarsi del petrolio in eccesso. Infatti i costi per lo stoccaggio potrebbero diventare ben presto insostenibili.