Arriva una bella stangata per i possessori di Partita Iva con regime forfettario. Le modifiche apportate con la Legge di Bilancio 2020 colpiranno oltre 10.000 lavoratori autonomi italiani, che a causa delle nuove restrizioni rimarranno esclusi dal regime agevolato.

A quanto pare finisce qui il boom di apertura di partite iva in Italia. Nel 2019 c’è chi ha approfittato dell’imposta sostitutiva pari a solo il 5% per i primi 5 anni (un sogno), mentre altri si sono accontentati del regime forfettario con tassazione al 15% che tutto sommato non era poi così male (Leggi anche “Le 10 aziende con fatturato più alto in Italia”).

Ebbene, nel 2020 invece rischiamo l’effetto contrario, ovvero la chiusura di oltre 10.000 partite iva. Sarà molto più difficile godere della tassazione agevolata al 15%, vediamo perché.

Di seguito le modifiche apportate al regime forfettario per i possessori di partita iva.

Partita Iva: le modifiche al regime forfettario

Il tetto massimo dei ricavi raggiungibili, rimane 65.000 €. L’anno scorso se il possessore di partita iva rientrava entro questa soglia, sarebbe potuto accedere al regime agevolato con tassazione al 15%. Per quest’anno invece, le cose cambiano. Va bene per i 65.000€ di ricavi, ma le spese sostenute non dovranno superare i 20.000 € lordi (tra lavoro accessorio, dipendenti, collaboratori e così via). E questo potrebbe creare un bel po’ di problemi, perché oltre ai ricavi si dovrà tener conto anche delle spese.

Poi, c’è chi oltre ad avere la partita iva, svolge anche un lavoro da dipendente o collaboratore. In questo caso, è sempre permesso il regime forfettario ed il lavoro dipendente, ma dal 2020 non si dovrà percepire più di 30.000€ annui da lavoratore dipendente, pena il decadimento del regime agevolato al 15%. Insomma, c’è né per tutti.

partita iva

La fatturazione elettronica e il credito d’imposta

Non finisce qui. Oltre a queste nuove restrizioni, ci sono anche nuovi obblighi per i possessori di partita iva con regime forfettario. Tra questi c’è l’obbligo di fatturazione elettronica, che nel 2019 era destinata esclusivamente a chi aveva aderito al regime ordinario. Da oggi è obbligatoria anche per chi gode del regime forfettario.

Poi, la decadenza per gli avvisi di accertamento passa quest’anno a 4 anni, e anche per il regime forfettario si potrà applicare il credito d’imposta. In pratica, le nuove leggi sul super ammortamento relativo agli acquisti di macchine da lavoro, hardware, e software, saranno sostituiti dal credito d’imposta.

Infine, il governo italiano sta lottando per non aumentare le tasse ma a quanto pare l’escamotage è stato già trovato. Come sempre. Le tasse relative alla partita iva non aumenteranno, ma sarà più difficile accedere al regime agevolato, e quindi prediligere quello ordinario (ovvero più tasse).

Cosa ne pensano gli italiani che hanno partita iva? Beh, lo scopriremo nei prossimi mesi.