La Banca Centrale Europea continua ad aumentare i tassi nonostante l’inflazione sia in calo nella zona euro e il sistema bancario stia palesando non poche difficoltà.

La mossa è volta a frenare la fiammata dei prezzi ma ha ripercussioni sui mutui e i prestiti di imprese e famiglie. Quello del 16 marzo si classifica come il sesto rialzo dei tassi di interesse dal luglio dell’anno scorso, quando la Bce ha messo la parola fine alla politica dei tassi zero.

Le rate dei mutui variabili potrebbero salire del 48%

Con l’aumento dei tassi di Francoforte, La Banca Centrale Europea continua ad aumentare i tassi nonostante l’inflazione sia in calo nella zona euro e il sistema bancario stia palesando non poche difficoltà.le rate dei mutui potrebbero subire un significativo aumento, del 48% rispetto alla rata originale, secondo gli ultimi calcoli di Facile.it. Secondo le simulazioni, se l’incremento della Bce si riflettesse in maniera speculare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 745 euro di giugno scorso ai 1.100 euro del secondo trimestre 2023. Questo rappresenterebbe un incremento di 355 euro.

Tuttavia, «la buona notizia, se così vogliamo considerarla», spiegano gli esperti di Facile.it, «è che alla luce delle vicende Svb e Credit Suisse, sono cambiate le aspettative future dei mercati, che ora scommettono su aumenti più contenuti nei prossimi mesi e sulla possibilità che la Bce rallenti, se non addirittura interrompa, il trend rialzista».

Fino a pochi giorni fa, guardando i Futures sugli Euribor, la rata del finanziamento preso in esame sarebbe potuta arrivare a giugno 2023 a 1.174 euro, mentre oggi gli analisti prevedono invece che possa salire a 1.111 euro. «Per capire come cambieranno nella realtà le rate dei mutuatari bisognerà aspettare di vedere come si muoverà effettivamente l’Euribor, la cui volatilità è aumentata notevolmente nelle ultime ore a seguito delle vicende Svb e Credit Suisse», concludono gli analisti.

te dei mutui potrebbero subire un significativo aumento, del 48% rispetto alla rata originale, secondo gli ultimi calcoli di Facile.it. Secondo le simulazioni, se l’incremento della Bce si riflettesse in maniera speculare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 745 euro di giugno scorso ai 1.100 euro del secondo trimestre 2023. Questo rappresenterebbe un incremento di 355 euro.

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Cosa succede al tasso fisso?

Per chi invece ha sottoscritto già un mutuo a tasso fisso, la rata resterà invariata. L’offerta sarà diversa, invece, per i nuovi mutuatari. Stando però alle ultime analisti di MutuiOnline, l’indice del tasso fisso (Irs) è stabile rispetto all’Euribor che continua a crescere, portando i tassi variabili quasi allo stesso livello dei fissi: a febbraio il tasso medio è 3,52% per il variabile e 3,58% per il fisso. «I primi due mesi del 2023», spiegano da MutuiOnline, «sono caratterizzati da un ritorno delle richieste a tasso fisso, grazie allo spread ridotto con il variabile, che ora rappresentano l’80,3% del mix (+34,3% rispetto al quarto trimestre 2022)».

Crescono le surroghe e calano gli importi richiesti

Molti mutuatari stanno valutando la possibilità di cambiare banca per far fronte all’aumento delle rate e tutelarsi da ulteriori futuri rincari. Secondo i dati di Facile.it, le richieste di surroga sono tornate a crescere e, nei primi due mesi dell’anno, hanno rappresentato quasi il 20% del totale delle domande di finanziamento, valore raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

«Chi ha un mutuo a tasso variabile e vuole cambiare, oggi ha diversi strumenti a disposizione», continuano gli esperti, «può scegliere di surrogare il finanziamento, o, se si hanno i requisiti, rinegoziare il mutuo con la propria banca sfruttando magari le nuove regole introdotte dal Governo».

L’aumento dei tassi riguarda anche gli aspiranti mutuatari, che devono fare i conti con condizioni meno favorevoli rispetto al passato. Negli ultimi mesi, chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa ha puntato a importi più contenuti rispetto al passato. Sempre secondo l’analisi di Facile.it, nei primi due mesi del 2023, la richiesta media per mutui prima casa è scesa a 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Inoltre, l’indagine condotta da Nomisma per Esdebitami Retake, società benefit operante nel settore creditizio, ha rivelato che una famiglia su quattro teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo nel prossimo anno, complice una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni. Il 36% delle famiglie italiane con mutuo percepisce una situazione economica lievemente peggiorata nell’ultimo anno, mentre per il 9% è nettamente peggiorata. Il 65% degli intervistati si è dichiarato preoccupato soprattutto per la situazione economica della propria famiglia, resa ancora più instabile dall’aumento del costo della vita e dal rialzo dei tassi di interesse sui mutui.

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Conclusioni

L’aumento dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea ha delle conseguenze significative sulle rate dei mutui variabili, che potrebbero subire un aumento significativo. I mutuatari stanno cercando di tutelarsi da questa situazione cercando soluzioni alternative, come la surroga o la rinegoziazione del mutuo con la propria banca.

Tuttavia, la situazione economica complessiva delle famiglie italiane rappresenta una preoccupazione per molti mutuatari, che temono di non poter pagare regolarmente le rate del mutuo nel prossimo anno. In questo contesto, è importante che le banche offrano soluzioni alternative ai propri clienti e li supportino nella gestione del loro debito.