L’Italia oltre ad essere famosa per i suoi eccezionali prodotti gastronomici, per l’ottimo clima mediterraneo e per la famosa ospitalità, purtroppo è tristemente famosa anche per le truffe. Ebbene, spesso siamo conosciuti all’estero come abili adulatori, delle vecchie volpi che riescono sempre a raggirarti alla prima occasione buona. Certo, in realtà non è proprio così.
Però qualche mese fa, precisamente nella prima settimana di Agosto, è stata scoperta la truffa del “Mark Zuckerberg” di Catalnissetta. Ideatore di un nuovo social, simile a Facebook sia per aspetto che per funzionalità, prometteva lauti guadagni ai suoi iscritti. Il sistema era ben preciso, gli utenti potevano guadagnare semplicemente postando foto, mettendo like o lasciando commenti. Gli investitori invece potevano acquistare spazi pubblicitari.
Un sistema innovativo, peccato però che nel momento-clou della “festa”, il patron decide di scappare lasciando un buco di circa 1 milione e mezzo di euro.
Stiamo parlando di Amicopolis, il primo social network tutto italiano. E’ stato online a partire da Febbraio 2017 e, anno dopo anno, riesce a raggiungere notorietà a livello nazionale. Oltre 10 milioni di post, 7 milioni di foto e ben 500000 blog (pagine degli utenti). In pratica funzionava così : chi decideva di iscriversi ad AmicoPolis poteva guadagnare dei crediti semplicemente postando foto o rispondendo nei commenti.
Ogni foto o commento poteva far guadagnare all’incirca 9 centesimi, poi una volta raggiunto il pay-out o tetto minimo pari a 300 €, l’utente poteva scegliere tra due opzioni. La prima era richiedere il pagamento sul proprio conto corrente tramite bonifico, o in alternativa tenere i crediti e spenderli direttamente sulla piattaforma nella sezione Shopping.
Eh si, il social nel corso del tempo è cresciuto ed ha aggiunto diversi nuovi settori utili per monetizzare. AmicoPolis era diventanto anche un negozio. Come Amazon e Facebook uniti nella stessa piattaforma, un’idea che poteva essere geniale.
I commercianti hanno quindi cominciato a comprare spazi credendo di incrementare le proprie vendite grazie al social, gli investitori invece preferivano comprare spazi pubblicitari (si tratta magari di grandi aziende) e sfruttare la visibilità del social grazie ai suoi milioni di utenti. Insomma, un vero e proprio giro d’affari ben strutturato.
Poi, ci fu l’ultima trovata del “geniaccio” di Catalnissetta. Chi voleva, poteva effettuare un investimento in Polis, ovvero comprare una moneta d’oro del valore di 300 euro. Con un investimento di 10000 euro, il social network garantiva un ritorno di circa 100 euro al giorno. E dopo di questa è stato il boom. Fino a quando lo Zuckerberg siciliano decide di non pagare più nessuno, tenersi i soldi degli utenti, la merce dei commercianti e gli investimenti dei privati.
Lascia così un buco da 1 milione e mezzo di euro circa (ma pensiamo che la cifra possa essere anche più alta), cancella il sito e tanti saluti. AmicoPolis dovrà vedersela ora con la Guardia di Finanza che ha già aperto un caso al riguardo, sequestrato vari conti correnti riconducibili all’attività illecita e soprattutto fermato la rete di truffatori.