Riassumiamo la vicenda tra Usa e Cina con questa espressione: can che abbaia non morde. Con queste parole ci riferiamo al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Non è la prima volta infatti che il presidente minaccia “eventi catastrofici” contro chi non segue il suo volere. Ebbene,  con i cinesi ha dovuto fare un passo indietro (Leggi anche: “Trump vs Huawey: 90 giorni di tempo”).

Tutto è cominciato l’anno scorso con la guerra commerciale, Trump ha istituito i dazi sulle importazioni (soprattutto dalla Cina) e creato una black-list di aziende che non avrebbero dovuto commerciare in nessun modo con le aziende americane (tra queste anche il colosso Huawey accusato di spionaggio).

Erano stati concessi 90 giorni di tempo alle aziende cinesi con partnership americane, per terminare i progetti e vendite in corso e poi sparire. Ora però “The Donald” ci ripensa, per fortuna (sua e degli americani).

Usa-Cina: la situazione attuale

Ieri pomeriggio, 15 Gennaio 2020, è stato siglato un accordo tra USA e Cina che mette la parola fine alla guerra commerciale tra le due potenze. C’è da dire però che solo gli Stati Uniti si sono enormemente interessati alla questione, tra l’altro inventata da loro. Il governo cinese non ha mai risposto a tono agli USA, dato che a perderci sarebbero stati proprio gli americani.

Questo per quanto riguarda anche la tecnologia, senza il supporto di Huawey gli Stati Uniti sarebbero rimasti al 4G, mentre il resto del mondo avrebbe avuto il 5G proteso tra l’altro verso il 6G. E gli Stati Uniti ovviamente non vogliono rimanere tecnologicamente indietro.

E poi sui dazi si potrebbe scrivere un libro. Se Trump avesse messo dazi al 100% su prodotti esteri, le nazioni europee e asiatiche avrebbero messo sicuramente anche loro dazi sui prodotti americani più esportati (Coca-Cola, iPhone, e così via). Ma Trump evidentemente non ha pensato a tutte le conseguenze. Intanto dopo la notizia dell’accordo, si prevedeva che la borsa avrebbe reagito positivamente. Ma così non è stato, è rimasta indifferente proprio come il governo cinese quando ascolta le lamentele (e le “genialate”) di Trump.

L’accordo tra le due potenze

L’accordo prevede fondamentalmente 5 punti principali, e ci teniamo a precisare che questa è soltanto la Fase 1 dell’accordo. Ecco di seguito i 5 argomenti principali dell’accordo di ieri:

  • Proprietà intellettuale. Gli USA hanno intenzione di proteggere le proprietà intellettuali americane, la Cina invece ha riconosciuto la necessità di istituire un sistema giuridico internazionale sulla questione;
  • Acquisti cinesi di beni americani. Il governo cinese è tenuto ad acquistare dagli Stati Uniti prodotti agricoli, energetici e servizi per una cifra minima pari a 200 miliardi di dollari;
  • Trasferimento di tecnologia. USA e Cina sono d’accordo sul trasferimento di tecnologia tra i due stati, rispettando le condizioni volontarie di mercato;
  • Rafforzamento valutario. Le questioni riguardanti i tassi di cambio saranno supervisionate dal Segretario del Tesoro USA e dal Governatore della Banca popolare cinese;
  • Servizi finanziari. La Cina consentirà agli USA di richiedere licenze di società di gestione patrimoniale, cosa che consentirà alle aziende americane di acquisire prestiti direttamente da banche asiatiche. Infine, dal 1° Aprile 2020, la Cina dovrà rimuovere il limite azionario nei confronti di investitori esteri.