L’operazione è avvenuta ieri, in tarda serata. Si è chiuso quindi l’accelerated bookbuilding che ha portato l’esclusione di Unicredit dal capitale di Mediobanca. Una cosa non proprio improvvisa dato che l’a.d. del gruppo, Jean Pierre Mustier, lo ha lasciato intendere più volte.

Ebbene la quota posseduta da Unicredit era dell’8,4 %, interamente messa sul mercato. L’operazione si concluderà l’11 Novembre, quando Unicredit incasserà 785 milioni di euro per la suddetta cessione. Continua quindi il progetto di “alleggerimento portafoglio” da parte della banca italiana.

Dopo la vendita di Pioneer, Bank Pekao e Fineco, ora è toccato a Mediobanca.

Andamento di mercato

La cessione è avvenuta dopo la pubblicazione dei conti trimestrali da parte di Unicredit. Il gruppo chiude il terzo trimestre del 2019 con un utile netto pari a 1,10 miliardi di euro. Superate anche le stime degli analisti, che avevano previsto utile netto per 1,005 miliardi di euro. I ricavi totali invece sono stati di 4,70 miliardi di euro a fronte dei 4,57 miliardi di euro attesi dagli analisti.

Rispetto ai conti del secondo trimestre, si registra un calo del 40,6 %, l’utile infatti si attestava sui 1,85 miliardi di euro. C’è da dire però, che la crescita si registra su base annua, infatti il totale dei ricavi a Settembre 2019 è circa il 50 % in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Inoltre, la cessione di Mediobanca verrà capitalizzata nel trimestre successivo, ovvero l’ultimo dell’anno.

Nuovi scenari

Il blitz di Unicredit sul mercato apre nuovi scenari per Mediobanca, con conseguente ri-asset dei piani alti. Prima della cessione il gruppo era controllato per 8,4 % da Unicredit, 7,85 % dal Gruppo Bolloré, 7,85 % da Leonardo Del Vecchio, 4,98 % da Black Rock e per il 3,28 % dal gruppo Mediolanum.

Ora lo scenario cambia completamente, dopo l’uscita di Unicredit, anche Bolloré alleggerisce la sua posizione scendendo dal 7,85 % al 6,73 %. Si ipotizza che in futuro la quota del gruppo potrebbe scendere ancora di più, attestandosi intorno al 5 %.

Cresce invece la quota di Leonardo Del Vecchio, altamente interessato ad incrementarla. L’imprenditore italiano, patron di Essilor-Luxottica, ha già comunicato alla BCE l’intenzione di voler aumentare la sua quota di partecipazione e salire oltre il 10 %.

Ovviamente il ri-asset del gruppo Mediobanca non sarà gradito in borsa, dove sicuramente si registreranno cali di punti percentuali. Ma il vero problema, potrebbe essere l’effetto domino che potrebbe scatenare questo ri-asset. Si teme che potrebbe colpire Generali, di cui Mediobanca possiede il 13 %.

Per tirare le somme dovremo attendere la presentazione al mercato del nuovo piano industriale di Mediobanca (a breve), per poi proseguire con quello di Unicredit (3 Dicembre).