Al via i licenziamenti per Flowserve s.r.l., divisione italiana della multinazionale americana che opera nel settore Oil & Gas. Ebbene, l’azienda si trova in difficoltà a causa della diminuzione della domanda di greggio, e della conseguente crisi del prezzo del petrolio.

Gli stabilimenti operativi italiani sono 4 e più precisamente si trovano a: Mezzago (MB), Piacenza (PC), Marcianise(CE), e Augusta (SR). Al momento, ad essere a rischio sono “solo” i 176 dipendenti di Mezzago, che in queste ore stanno attuando scioperi e assemblee straordinarie (Leggi anche: “Incubo Bekaert: 220 licenziamenti in Italia”).

La procedura per i licenziamenti collettivi è già stata avviata, ben presto potrebbe spandersi anche verso altri stabilimenti Flowserve.

Licenziamenti Flowserve: le cause

La causa principale è da attribuire alla diminuzione del fatturato, che si abbassa anno dopo anno. Secondo dati ufficiali, nell’ultimo biennio (2018-2019) la perdita operativa è stimata in quasi 10 milioni di euro. A tutto questo si aggiungono anche i pochi margini di guadagno attraverso le vendite dei prodotti, e l’assenza di diversificazione sul mercato che avrebbe sicuramente portato a maggiori introiti.

Fatto sta che il primo piano di licenziamenti dovrebbe toccare ben 60 lavoratori dello stabilimento Flowserve brianzolo. La Fiom-CGIL non ci sta e punta il dito contro la multinazionale a difesa dei lavoratori, che stanno subendo tutto ciò a causa della cattiva gestione da parte dei vertici di Flowserve Italia.

Le dichiarazioni di Fiom-CGIL

A quanto pare, per Venerdì 31 Gennaio è in programma un incontro straordinario presso Assolombarda, chiesto proprio dalla Fiom dopo aver ricevuto il dossier sui licenziamenti da parte di Flowserve. La multinazionale ha già dichiarato di volersi avvalere degli ammortizzatori sociali disponibili e della cassa integrazione.

Dal canto suo, la Fiom, ha già risposto che i due strumenti finanziari devono essere utilizzati in caso si riorganizzazione societaria e nuovo piano industriale. Inoltre, quest’ultimo dovrebbe puntare sulla salvaguardia dei posti di lavoro e sul rilancio del business. E invece, come al solito, servirà solo a tagliare il numero di dipendenti per cercare di risanare il bilancio.

La situazione attuale e le previsioni future

Questi licenziamenti in Flowserve sono oltretutto inaspettati, dato che nel corso del 2019 l’azienda aveva provveduto anche a nuove assunzioni. Inoltre, non si è mai parlato in nessuna assemblea societaria di esuberi o di problemi legati all’andamento economico-finanziario dell’azienda.

Proprio per questo motivo, ipotizziamo che gli stessi ammortizzatori sociali vengano utilizzati anche in altri stabilimenti. Certo, il numero di dipendenti a rischio non sarà quello di Alitalia o dell’ex-Ilva, ma rimane pur sempre un licenziamento. Centinaia di lavoratori (e le loro rispettive famiglie) si ritroveranno senza più nulla.

Si tratta dell’ennesima multinazionale che prima viene ad investire nel nostro paese, e poi manda tutti a casa. A volte, la causa potrebbe essere anche la mancanza di un giusto monitoraggio da parte del governo, che poi si ritrova in queste situazioni.

Lasciando in difficoltà i lavoratori.