Uber è un colosso della sharing economy, insieme ad AirBnb è il maggior rappresentante di questo nuovo tipo di economia. L’azienda di San Francisco propone servizi innovativi ed è operativa in ben 77 nazioni, oltretutto ha letteralmente rivoluzionato il modo di viaggiare. Eppure in borsa continua a soffrire, il titolo non è per niente stabile e vive di alti e bassi. Registrata addirittura una perdita da 1 miliardo di dollari nel primo trimestre del 2019, il CEO di Uber, Nelson Chai, è dovuto correre ai ripari effettuando tagli su vari settori in modo da diminuire i costi sostenuti. Però rassicura che puntare sulle azioni Uber è sempre un ottimo investimento, i risultato arriveranno a lungo termine. Anche Morgan Stanley, grande investitore ed analista di Wall Street, appoggia l’azienda statunitense. Il suo consiglio è di investire sul titolo Uber ora che è al ribasso, per poter trarre ottimi profitti già nei prossimi mesi. Staremo a vedere.

Le statistiche

Intanto il primo trimestre del 2019 si è chiuso in rosso ed ha segnalato perdite per un valore di circa 1 miliardo di dollari. Che l’azienda sia in difficoltà è evidente, ristabilizzarsi verso un trend positivo potrebbe diventare sempre più difficile. Se vogliamo parlare degli ultimi anni, l’azienda ha perso ben 10 miliardi di dollari fra il 2016 e il 2018. Eppure c’è ancora qualcuno che sostiene, che Uber, arriverà ad avere un valore di mercato di 100 miliardi di dollari nel giro di pochi anni. Per certi versi l’azienda somiglia un po’ a Tesla, moderna e innovativa, altamente tecnologica e soprattutto con dei prodotti e servizi che dovrebbero rivoluzionare ulteriormente le nostre attività quotidiane. Dei futuri colossi finanziari. Il presente però mette a dura prova la crescita aziendale ed economica. Per fortuna che non mancano gli investimenti e capitali freschi da inserire. SoftBank che detiene il 16 % della società, ha già investito 8 miliardi di dollari; il principe saudita Mohammed Bin Salman ha comprato azioni per 3,5 miliardi. L’azienda piace molto in Arabia Saudita e gli sceicchi la seguono attentamente, pronti ad entrare in gioco. Nel 2018 i ricavi dell’azienda sono aumentati del 40 % rispetto l’anno precedente e si sono attestati sugli 11, 3 miliardi, ben lontani dalla crescita del 10°% registrata nel 2017.

Le previsioni future

La nascita di nuovi rami aziendali come Uber Eats, che si occupa di food delivery, fanno presagire bene per il futuro dell’azienda. Nel secondo trimestre dell’anno le entrate relative a Uber Eats sono addirittura triplicate, ma il “core business” del trasporto di passeggeri rallenta e continua la sua discesa. Colpa anche della concorrenza, piattaforme che offrono servizi di car-sharing stanno spuntando come funghi. Tra tutte segnaliamo Lyft, che sta dando filo da torcere all’azienda di San Francisco. Per quanto riguarda il futuro, la società dovrebbe aspettarsi  anche il rischio di dover assumere i tassisti come dipendenti e dover quindi far fronte a maggiori spese. Attualmente i collaboratori di Uber rientrano nella categoria dei liberi professionisti, ma ogni Stato ha delle proprie leggi sul lavoro da rispettare. Cosa che ha già messo in difficoltà l’azienda statunitense.