Non chiamatela più fusione, non parlate di matrimonio. Quella tra Fiat Chrysler (FCA) e Peugeot (PSA) è una compravendita. In pratica FCA è stata venduta ai francesi.

Ne avevamo già parlato in un precedente articolo (Leggi “Fusione FCA – PSA: ricavi congiunti da 170 miliardi di euro”), e già avevamo avuto i primi dubbi riguardo il consiglio di amministrazione del nuovo super-gruppo.

A lasciarci perplessi è stata proprio la sua futura composizione, ovvero 11 membri di cui 6 di PSA e 5 di FCA. Anche il ruolo di CEO spetterà a PSA, anzi al suo numero 1 , Carlos Tavares. Ci eravamo tranquillizzati dopo la nomina di John Elkann come presidente del nuovo colosso automobilistico.

Eppure le dichiarazioni di Riccardo Ruggeri (ex-Fiat) svelano alcuni retroscena che ci fanno capire che FCA è stata venduta. E’ arrivata la fine della famosa casa automobilistica, italiana prima, italo-americana poi. Europea adesso.

La vera storia di FIAT

Riccardo Ruggeri è un top manager, ha iniziato facendo l’operaio in Fiat, per poi diventare uno dei dirigenti più vicini all’Avvocato Agnelli. Ebbene, Ruggeri annuncia la morte della Fiat. Inutile girarci intorno, stiamo parlando di una cosa successa già nel 2009, dopo la fusione con Jeep – Ram.

Vogliono farci credere che la Fiat sia ancora lì, ma invece non è affatto così. I francesi l’hanno acquistata perché interessati al mercato americano (grazie al marchio Jeep – Ram), mentre in FCA a guadagnarci sono stati solamente gli azionisti. E stiamo parlando di una barca di soldi, ci sono ben 5 miliardi di euro di dividendo.

Insomma, chi si “accontenta” gode ma è veramente un peccato veder scomparire la “nostra” amata Fiat. E intanto l’Italia fa finta di niente, proprio come quella volta in cui avrebbe dovuto stanziare un po’ di quattrini per salvare la Fiat ovvero l’azienda più importante della Penisola. Stiamo parlando della crisi del 2004, quando tutti davano Fiat per spacciata.

Qualche anno dopo, nel 2009 l’agenzia Moody’s taglia il rating e rimpicciolisce il titolo in maniera impressionante. Era la fine. Lo stato italiano poteva fare qualcosa ma non ha fatto niente, e infatti ci pensò Obama, ex-presidente degli Stati Uniti.

Obama si ritrovò nella situazione di dover salvare Chrysler, ma tutti gli altri gruppi automobilistici non ebbero nessun interesse. Non si fece avanti nessuno se non Fiat. E allora ecco l’idea geniale : fusione tra Fiat e Chrysler e gli USA che salvano entrambe le aziende. Altro che governo italiano.

Dopodiché il nuovo gruppo venne affidato a Sergio Marchionne. Manager straordinario che ha saputo tenere le redini del colosso automobilistico e, anzi, ha saputo farlo crescere e riportarlo in alto, dove meritava di stare. Ed ora eccoci qui, senza Marchionne.

I retroscena

E che nessuno si stupisca quando il nuovo a.d. Carlos Tavares privilegerà gli impianti francesi e non quelli italiani, magari facendo spallucce con il maggior azionista di PSA : il governo francese. Attualmente governo francese si traduce con Emmanuel Macron. E abbiamo detto tutto.

E non dimentichiamoci anche il maggior azionista di Opel, controllata sempre da PSA. Stiamo parlando del governo tedesco ovvero di Angela Merkel, colei che ha inoltre firmato il blocco dei licenziamenti in Opel fino al, udite udite, 2023.

E allora il nuovo quartier generale del super-gruppo sarà a Parigi, la sede fiscale invece ad Amsterdam. E l’Italia ? E Torino ? Beh, il governo italiano non c’entra proprio niente in questa situazione. Come sempre non ha voce in capitolo.

Diversa invece la situazione per gli stabilimenti Fiat in Italia. Probabilmente, fra qualche anno chiuderanno e tutti i dipendenti (italiani) si ritroveranno senza lavoro e senza futuro. Ad essere privilegiati saranno gli impianti d’Oltralpe e quelli tedeschi. Ci mettiamo la mano sul fuoco. La bufera sta per arrivare, e farci le spese siamo ancora una volta noi italiani.

Eravamo un grande popolo, invece ora siamo solo una grande incognita. Lo Stato ha fallito.

Ancora una volta.