Giovedì scorso è ufficialmente iniziata la crisi di governo. La Lega presenta una mozione di sfiducia verso il premier Conte, con il ministro dell’Interno Salvini che spinge verso nuove votazioni. Non sono affatto d’accordo invece PD e Movimento Cinque Stelle dichiarando che tornare alle urne è una follia. Attualmente si riesce a percepire l’instabilità del nostro governo, che può cadere da un momento all’altro. Una situazione che in borsa non giova affatto, le conseguenze negative cominciano a farsi sentire. Già dopo appena un giorno di crisi (Venerdì), a Piazza Affari sono state registrate perdite praticamente in tutti i settori, soprattutto quello bancario. Un listino in rosso che non fa presagire nulla di buono, ben 15 miliardi sono stati “bruciati”, mentre lo spread continua a salire. Stavolta vertiginosamente.

Statistiche Piazza Affari

Lo spread si è alzato di oltre 30 punti percentuali, superando la quota di 240 punti base. Insomma una rapida crescita che in questo momento non ci voleva proprio. Anche perché siamo riusciti ad evitare brillantemente le sanzioni economiche che voleva imporci l’UE, qualche mese fa parlavamo di crescita continua del PIL e di abbassamento dello spread. Non ci è riuscita nessuna delle due, PIL fermo a zero e spread che continua a correre nel verso sbagliato . Fortunatamente ci siamo appena lasciati questo brutto weekend alle spalle e la nuova settimana si apre con segnali positivi. Ci saremmo aspettati di peggio, ma questa mattina l’indice Ftse Mib segna un + 0,6 %, con 20.445 punti base. Apertura stabile anche per il differenziale tra Btp e Bund, che riesce a scendere a quota 233 punti per poi risalire fino a 240 punti. Comunque l’oscillazione non è così “tragica”, anzi ci saremmo aspettati molto peggio.

Situazione attuale

Nel “venerdì nero” della borsa italiana, il Ftse Mib ha perso il 3,43 %, le banche invece possiamo posizionarle tra i titoli più penalizzati, come ad esempio Bpm che perde il 9,12%. Stessa cosa per le nostre aziende come Telecom Italia, che perde il 5,8 %, mentre resta alta la tensione per i titoli di stato anche se il rendimento BTP decennale è sceso sotto l’1,8 %. Non è andata però male a tutti, continua a salire Buzzi Unicem (+4 %), così come Amplifon e Ferrari. Insomma, niente di irrecuperabile. Per tirare ufficialmente le somme però, dobbiamo attendere fino ad oggi pomeriggio, quando la riunione dei capigruppo deciderà quando si voterà la mozione di sfiducia al premier Conte. Una volta stabilita la data, se il Senato sarà sfavorevole alla mozione il governo continuerà. In caso contrario, Conte sarà chiamato a dare le dimissioni, con conseguente caduta del governo.