Ha dell’incredibile quello che stiamo per raccontarvi, ovvero del buono fruttifero postale andato in prescrizione. In pratica, non possono essere riscossi dei buoni fruttiferi emessi da Poste Italiane. Perché? Beh, semplice sono scaduti. E la data di scadenza l’ha decisa Poste Italiane senza informare alcun risparmiatore.

Stiamo parlando di una tipologia di titoli che all’apparenza dovevano essere ventennali, ma poi sono stati modificati dagli impiegati stessi, sempre secondo il volere di Poste Italiane. In fase di sottoscrizione del buono, la dicitura “ventennale” è stata praticamente depennata per poi essere sostituita da un codice (sempre scritto a penna), ovvero AA1.

Per Poste Italiane e Ministero, la sigla sarebbe una chiara informazione per il cliente. Lo scarabocchio sui buoni fruttiferi postali avrebbe dovuto dare tutte le informazioni necessaria. Incredibile ma vero. E’ una vergogna (Leggi anche: “Poste Italiane: i buoni fruttiferi sono l’investimento preferito dagli italiani”).

Il buono fruttifero postale ventennale

Tutto è partito da una segnalazione da parte di una risparmiatrice di Istrana, in provincia di Treviso. Ebbene, il buono fruttifero incriminato ha l’aspetto di un buono ventennale, ma invece non lo era. Eppure le condizioni del suddetto buono fruttifero postale sono chiare: vengono specificate sul buono stesso.

L’importo infatti, sarebbe dovuto raddoppiare dopo 9 anni e 6 mesi, sarebbe triplicato dopo 14 anni. Il tutto al lordo delle ritenute erariali. E’ scritto sul buono fruttifero. Inoltre, se riscosso prima avrebbe maturato comunque gli interessi lordi del buono ordinario. Nulla di strano se non che lo stesso buono risulti scaduto, o in prescrizione, come preferite.

Il caso

Il caso riguarda Maria Grazia, la risparmiatrice veneta. Nel 2001, suo padre, ha regalato a 2 dei suoi 3 figli un buono fruttifero da riscuotere per la loro maturità, dei buoni dal valore di 1 milione di euro ognuno. Dopo 16 anni, Maria Grazia ha la necessità di acquistare un automobile e decide di andare in Posta per riscuotere il suo buono. Ma la sorpresa è stata amara, anzi amarissima. L’impiegato delle Poste ha spiegato a Maria Grazia che il suo buono fruttifero postale non poteva più essere cambiato in quanto scaduto. Come indicato (a loro dire) dallo scarabocchio apposto sul bfp, risultato poi privo di valore.

Il papà di Maria Grazia ha poi dichiarato di non aver ricevuto nessuna comunicazione da Poste Italiane sul fatto che i buoni non fossero più riscuotibili. Quindi la richiesta della risparmiatrice venete è risultata (inizialmente) infondata per matura prescrizione. Anche il Collegio di Roma ha affermato che la donna avrebbe dovuto leggere la Gazzetta Ufficiale, dove avrebbe trovato spiegazioni sulla sigla e sul bfp. La situazione potrebbe quindi apparire come una truffa organizzata.

Le conclusioni

Per fortuna l’Arbitro Bancario e Giudiziario di Milano, a cui si è rivolto la donna, ha dato ragione a lei. Inoltre, ha ritenuto privo di valore lo scarabocchio apposto sul buono fruttifero. E ci sembra una cosa giusta.

Quindi, il nostro consiglio è quello di controllare i buoni fruttiferi in vostro possesso per evitare che capiti anche a voi la stessa cosa. Se trovate la dicitura AA1, rivolgetevi immediatamente all’Arbitro Bancario.

Stavolta, anche se siamo ancora increduli, possiamo dire che Poste Italiane l’ha fatta grossa. La più grande ed importante società di servizi postali in Italia ha toppato. E con essa anche i buoni fruttiferi. Dopo questo strano caso di bfp in prescrizione, Poste Italiane non avrà sicuramente lo stesso appeal di prima.

Poste Italiane ha deluso tutti.