Probabilmente la Libia non è solo uno “scatolone di sabbia”, come venne definita da uno storico e politico italiano agli inizi del ‘900. Infatti, la ricchezza di quell’area nordafricana è nascosta nel sottosuolo. Stiamo parlando del petrolio, fonte di energia e motivo principale dei conflitti libici (Leggi anche: “Attacchi aerei in Libia e Iraq non frenano Eni, azioni in rialzo”).

Ora, il generale Haftar ha bloccato l’export di petrolio, o almeno più della metà della produzione. I pozzi più prolifici della Libia si trovano nella regione della Cirenaica e del Sirte, proprio quelli che Haftar ha bloccato ovvero: impianto di Brega, Ras Lanuf, Hariga, Sidra, e Zueitina. Si stima una perdita di 800.000 barili giornalieri (su 1,3 milioni), per un totale di oltre 2 miliardi di dollari al mese. Ma la cosa peggiore è che il greggio potrebbe essere usato per sostenere le milizie di Haftar.

Libia: il summit di oggi a Berlino

Oggi alle 14:00 ci sarà un summit a Berlino, dove intorno allo stesso tavolo siederanno i personaggi più potenti al mondo e decideranno il da farsi per evitare una “nuova Siria”. Una nuova grande guerra infatti, è alle porte, Haftar ricordiamo che ha anche aggravato la situazione bloccando l’export di petrolio.

Nei mesi scorsi, il nostro premier Giuseppe Conte, ha tentato in tutti i modi di mettere la pace fra il generale Haftar e Sarraj, ma alla fine non è riuscito a far stare i due neanche nella stessa stanza. Più volte sono stati programmati incontri con i due esponenti libici, ma nulla di fatto.

Ora ci pensa invece la Germania, che ha già annunciato che alla riunione di oggi saranno presenti sia Haftar che Sarraj. La proposta sarà quella di un nuovo governo in Libia, e ovviamente, la fine degli scontri armati. L’obiettivo è sempre la pace tra il presidente Sarraj ed il generale Haftar, i secondi fini sono sempre dietro l’angolo.

Oasi nel deserto libico

I partecipanti e la posizione dell’Italia

Alla riunione parteciperà anche l’Italia, che ha già annunciato che non alimenterà il conflitto armato e non è disposta a fornire armi o militari. Bensì è invece pronta ad investire il proprio capitale per indirizzare la Libia verso una soluzione politica.

Sarà questa la posizione del nostro premier Giuseppe Conte, che però fin’ora non è riuscito a mettere la pace tra i due esponenti libici. Ora, ci proverà insieme a tutti gli alti presenti al summit, ovvero: Merkel, Macron, Johnson, Putin, Erdogan, Al Sisi. Saranno presenti anche gli Stati Uniti, che riscoprono l’interesse per il nordafrica ed inviano il Segretario di Stato Mike Pompeo.

Insomma, per una volta Haftar e Sarraj sono disposti ad un incontro, speriamo che finisca nel migliore dei modi anche se i recenti scontri tra USA e Libia ci fanno rimanere perplessi.