Nel settore agroalimentare italiano c’è una storica azienda che negli ultimi tempi sta tornando alla ribalta. Si tratta del marchio De Cecco, azienda abruzzese che si occupa della produzione di pasta, sughi pronti, olio e farine. Ovviamente tutti noi italiani conosciamo il marchio e abbiamo avuto modo di vederlo un po’ ovunque, dai supermercati alla pubblicità in tv o per strada.

L’attività del gruppo nasce addirittura nel lontano 1886 a Fara San Martino, in provincia di Chieti. Dalla fine dell’800 ad oggi, l’azienda ha saputo tenere il passo fra modernizzazione e scelte di marketing che l’hanno portata ad essere una delle più importanti aziende italiane (settore food). All’estero, De Cecco è anche simbolo di italianità.

Certo, c’è sempre il marchio Barilla che sembra immortale ed è veramente il top nel settore agroalimentare italiano, i suoi prodotti sono apprezzati in tutto il mondo. Eppure De Cecco ha ancora ampi margini di miglioramento, la qualità dei prodotti non può essere messa in discussione, ma togliere lo scettro a Barilla ci sembra ancora un po’ eccessivo. Chiude comunque il 2017 con 436 milioni di euro di fatturato, di cui 50 milioni di euro di utile netto.

Situazione attuale

Per quest’anno invece, si registra una crescita del 13,7 % nei primi 4 mesi del 2019. Un dato che fa balzare De Cecco in testa alla classifica “Nielsen Top 75 Manifacturer“, che analizza le prime 75 aziende in Italia per Retail Food Confezionato. In realtà il primo posto è stato conquistato grazie alla “migliore crescita percentuale” che si attesta a + 20,4 %, mentre finisce in seconda posizione per quanto riguarda la “crescita assoluta per vendite” che registra + 15,7 milioni di euro. E non è finita qui.

Secondo i dati statistici, De Cecco è riuscita a conquistare ben 11 milioni di famiglie italiane, che scelgono quotidianamente i prodotti del  famoso pastificio abruzzese. Da un report ufficiale di Nielsen CPS, si evince che il 45,1 % delle famiglie italiane consuma pasta De Cecco. Un gran bel risultato, di controtendenza rispetto al mercato italiano che si trova con un calo di consumi di pasta. Nei primi 7 mesi del 2019 si registra un calo del 1,1 % per i consumi di pasta in Italia.

Andamento prodotti

Molto bene quindi l’andamento di De Cecco sul mercato, la qualità elevata dei prodotti conferisce all’azienda il titolo di “migliore pasta non artigianale d’Italia”. E su questo non c’è dubbio, anche i migliori ristoranti scelgono De Cecco. Per qualità possiamo definirla superiore alla Barilla, che è ritenuta una “pasta commerciale”. Però per raggiungere il fatturato di quest’ultima, ce ne vuole di tempo. Barilla registra in media oltre 3 miliardi di euro all’anno.

Ma lasciamo stare il marchio emiliano e concentriamoci su quello abruzzese. Il prodotto di punta è sempre la pasta di semola, ma anche la pasta integrale sta riscuotendo un enorme successo, in crescita di + 27,4 %. Primi in Italia per  produzione e vendita di pasta di kamut (760 quintali), per pasta di farro bio integrale (500 quintali) ed infine per paste speciali (paccheri, nidi da forno ecc). Cresce anche il volume d’affari dell’olio extravergine d’oliva, in aumento del 35 %.