Arriva il si da parte della BCE, il salvataggio della Banca Carige si farà. Un operazione ancora una volta targata Mario Draghi, presidente in carica della BCE. Non è però un sì definitivo, ma è comunque servito per la convocazione dell’assemblea dei soci che si terrà a Genova il 20 Settembre.  Sono loro infatti che detengono l’ultima parola sul caso Carige, si prevede però un incontro difficile e dal finale imprevedibile. La famiglia Malacalza attualmente detiene il 27,6 % del capitale e già nel Dicembre scorso aveva rispedito al mittente la richiesta di aumento del capitale. Una situazione difficile che deve essere gestita con estrema cautela, con un altro voto sfavorevole la Banca rischia la liquidazione. Mentre con l’appoggio della famiglia Malacalza, e dopo il rafforzamento del patrimonio, Banca Carige potrebbe tornare immediatamente in borsa.

Il piano-salvataggio

Come già anticipato, il piano di ricapitalizzazione deve essere approvato dagli azionisti del gruppo altrimenti il salvataggio risulterà impossibile. Nei mesi scorsi Banca Carige è stata commissariata e la nota agenzia Moody’s si era occupata di una revisione del rating dell’istituto di credito. Banca Carige procede verso una direzione incerta, ma la BCE ha varato il piano per il salvataggio.

Servirà un aumento del capitale da 700 milioni di euro. Di cui 312,2 serviranno per lo Schema volontario di intervento del Fitd, per 60 milioni del Credito Cooperativo. Inoltre ulteriori 238,8 milioni andranno al Fitd, mentre 85 milioni ai soci attuali. Per i piccoli soci invece sono previsti 10 milioni di azioni gratis. Infine, per i restanti 200 milioni verrà emesso un bond con copertura assicurata.

Le obbligazioni bancarie saranno 100 milioni per CCB, 50 milioni per Amissima, 20 milioni per Credito Sportivo, 13 milioni per Medio Credito Centrale, 10 milioni per Cattolica, 1 milione per Cariverona ed Equita.

La situazione attuale

Dopo il commissariamento dell’Istituto di Credito, Carige ha cercato di trovare nuove partnership che potessero rilanciarla. Inizialmente c’è stato l’interesse di Black Rock, per chi non lo sapesse si tratta della più grande società di investimenti al mondo. Sembrava quindi finita, la ripresa era dietro l’angolo. Poi il dietrofront da parte del fondo ha lasciato Banca Carige con un pugno di mosche in mano.

Dopo questa brutta situazione, all’inizio dell’estate ecco che arriva la svolta. Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e Cassa Centrale Banca varano un piano per il salvataggio di Banca Carige. Dopodiché c’è stato subito l’ok di Mario Draghi (BCE) che ha permesso di convocare l’assemblea degli azionisti per il 20 Settembre. Una data importantissima per il futuro dell’Istituto di Credito genovese, si deciderà se procedere con il salvataggio (aumentando il capitale) oppure no.

All’assemblea dovranno essere presenti azionisti che detengano almeno il 20% totale del capitale, e per un eventuale salvataggio almeno i 2/3 dei presenti dovrebbero approvare il piano. Tutto gira intorno ai Malacalza, azionisti al 27,6 %. Il loro voto sarà fondamentale.