Fino all’ultimo Ubi Banca ha tentato di difendersi in tutti i modi, ma a quanto pare gli azionisti dell’ex-quarto gruppo bancario italiano hanno preferito aderire all’offerta di Intesa San Paolo.

Inizialmente l’offerta era stata valutata “inaccettabile” dalla maggior parte dei grandi azionisti di Ubi. Il concambio di 1,7 azioni Intesa ogni 10 azioni Ubi, più un premio del 28% sulla quotazione di Ubi il giorno prima del lancio dell’Ops, non aveva convinto.

E allora Intesa ha aggiunto ulteriori 0,57 euro cash per ogni azione Ubi portata in adesione. Con un premio che in questo caso passa dal 28% al 44,7%. E pensare che negli ultimi 20 anni i premi per operazioni di M&A non hanno mai superato il 4%.

Ed è stata proprio questa la mossa vincente di Intesa San Paolo, che è riuscita a conquistare Ubi Banca. Il superamento del 66,7% di adesioni consente a Intesa di prendere il controllo completo di Ubi, cda compreso.

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Ubi Banca: gli azionisti che hanno aderito all’Ops

L’offerta di pubblico scambio ostile lanciata da Intesa San Paolo è quindi andata a buon fine. A cedere sono stati tutti i grandi azionisti di Ubi, che hanno portato le loro quote in adesione.

Tra questi tutti i soci del patto CAR (19%), quindi Monte di Lombardia (3,9%), Cattolica Assicurazioni (1%), Fondazione CariCuneo (5,9%), le famiglie bergamasche (6%), e quella bresciana dei Beretta (1%).

Hanno ceduto all’offerta anche il Sindacato Azionisti Bresciani (8%) e il Patto dei Mille (1,6%).

E nelle battute finali è arrivato anche il si del comparto degli azionisti britannici, ovvero HSBC (4%), Fondo Parvus (7,9%), e Fondo Silchester (5,1%).

Le contrattazioni si chiuderanno però domani 30 Luglio 2020. Ricordiamo infatti che la Consob ha deciso di prolungare l’offerta di ulteriori due giorni.

Ci aspettiamo che le richieste di adesioni continueranno ad arrivare, e che l’attuale 71,9% venga superato.