La Consob sospende l’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco BPM: cosa sta succedendo?

Scritto da Redazione Online - 22/05/2025 - 445 visualizzazioni
La Consob sospende l’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco BPM: cosa sta succedendo?

Negli ultimi giorni il mondo finanziario italiano è stato scosso da una decisione destinata a far discutere: la Consob ha deliberato la sospensione per 30 giorni dell’offerta pubblica di scambio (OPS) presentata da Unicredit su Banco BPM. Una decisione presa ai sensi degli articoli 102 e 106, comma 4 del Testo Unico della Finanza (TUF), che pone un freno momentaneo a una delle operazioni bancarie più rilevanti degli ultimi tempi.

L’intervento dell’autorità di vigilanza si inserisce in un contesto complesso, che coinvolge anche il meccanismo del cosiddetto “golden power”, ossia lo strumento che permette al governo italiano di intervenire in operazioni strategiche per la sicurezza nazionale.

Ma cosa ha spinto la Consob a sospendere l’operazione? Quali sono le obiezioni di Unicredit? E soprattutto, quali scenari si aprono ora per il settore bancario e per gli investitori?

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La sospensione dell’ops secondo la consob: riferimenti normativi e motivazioni

La delibera con cui la Consob ha deciso di sospendere l’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco BPM si fonda su due precisi riferimenti normativi: l’articolo 102 e il comma 4 dell’articolo 106 del Testo Unico della Finanza (TUF). In particolare, l’articolo 102 disciplina le modalità con cui devono essere comunicate le offerte pubbliche di acquisto e scambio, mentre l’articolo 106 stabilisce i presupposti per l’obbligo di OPA (offerta pubblica di acquisto) in caso di acquisizione di una partecipazione rilevante.

La sospensione è stata fissata per un periodo di 30 giorni, durante il quale saranno verificate alcune condizioni giuridiche e regolamentari legate alla procedura in corso. Secondo quanto riportato nel Bollettino ufficiale della Consob, il provvedimento può essere impugnato dinanzi al TAR del Lazio entro 60 giorni dalla comunicazione, oppure, per i soggetti terzi, entro 60 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino.

Questa sospensione non equivale a un diniego dell’operazione, ma rappresenta un atto prudenziale da parte dell’autorità per approfondire alcuni aspetti critici, tra cui quelli legati alla tutela degli investitori, alla trasparenza delle informazioni fornite e all’applicazione delle disposizioni previste dal golden power.

Unicredit risponde: istanza di autotutela e richiesta di riapertura del procedimento

In risposta alla sospensione decisa dalla Consob e ai rilievi posti in sede di golden power, Unicredit ha presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una formale istanza di autotutela. Un atto che, come precisato dalla stessa banca, non implica alcuna acquiescenza al provvedimento, ma rappresenta un tentativo di riaprire il procedimento per chiarire e integrare alcuni punti che, a detta di Unicredit, non sarebbero stati valutati in modo adeguato.

Nello specifico, l’istanza mira a:

  1. Motivare sulle informazioni e sui dati forniti da Unicredit che, secondo l’istituto, non sono stati considerati nella fase istruttoria né risultano menzionati nelle prescrizioni del provvedimento governativo;
  2. Chiarire il contenuto delle prescrizioni, che vengono definite “ambigue”;
  3. Configurare un dispositivo compatibile con i tempi e le esigenze operative dell’offerta pubblica di scambio in corso.

Inoltre, Unicredit ha chiesto che l’Amministrazione competente verifichi se esistano condizioni oggettive che rendano impossibile l’adempimento delle prescrizioni imposte. Una mossa strategica per non bloccare definitivamente un’operazione di grande rilievo nel panorama bancario nazionale.

Implicazioni strategiche e scenari futuri per il sistema bancario

La sospensione temporanea dell’OPS lanciata da Unicredit su Banco BPM non è solo una questione regolatoria, ma solleva anche interrogativi importanti sull’assetto futuro del sistema bancario italiano. In un contesto in cui la concentrazione del settore è vista da molti analisti come una necessità per aumentare la competitività e la solidità delle banche italiane, un ostacolo normativo come quello imposto dalla Consob rischia di rallentare una tendenza già in atto da tempo.

L’eventuale integrazione tra Unicredit e Banco BPM avrebbe potuto dare vita a un polo bancario di grandi dimensioni, in grado di competere in modo più efficace con i principali istituti europei. Tuttavia, l’intervento del governo attraverso il golden power segnala che l’operazione è ritenuta strategica anche sotto il profilo della sicurezza economica nazionale, aprendo il dibattito sul bilanciamento tra interesse pubblico e dinamiche di mercato.

Nel breve periodo, è plausibile che la sospensione dell’OPS crei incertezza tra gli investitori e rallenti altri processi di consolidamento. Nel medio-lungo termine, invece, tutto dipenderà dall’esito della riapertura del procedimento e dall’interpretazione che verrà data alle prescrizioni imposte. Non è escluso che questo caso possa diventare un precedente rilevante per altre operazioni future, spingendo le banche a una maggiore cautela nella pianificazione di operazioni di fusione e acquisizione.

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