Intesa Sanpaolo colloca bond AT1 da 1 miliardo: boom di richieste

Scritto da Redazione Online - 20/05/2025 - 2190 visualizzazioni
Intesa Sanpaolo colloca bond AT1 da 1 miliardo: boom di richieste

Intesa Sanpaolo ha compiuto un passo strategico sul mercato istituzionale collocando un titolo obbligazionario subordinato di tipo Additional Tier 1 (AT1) per un valore complessivo di 1 miliardo di euro. L’operazione ha riscosso un successo immediato, con una domanda superiore ai 5 miliardi di euro nel giro di poche ore, segnale evidente della fiducia del mercato nella solidità del gruppo bancario.

Ma cosa sono esattamente i titoli AT1? Quali sono i rischi e le opportunità per chi investe in strumenti subordinati? E perché questo collocamento ha attirato così tanto interesse?

Scopriamo nel dettaglio le caratteristiche dell’emissione e il significato per il panorama finanziario europeo.

Caratteristiche tecniche del titolo: cedola fissa e opzione di rimborso

Il bond emesso da Intesa Sanpaolo è una obbligazione subordinata perpetua di tipo Additional Tier 1, strumenti finanziari utilizzati principalmente per rafforzare la dotazione patrimoniale delle banche secondo i requisiti regolamentari di Basilea. L’importo totale dell’emissione è pari a 1 miliardo di euro, con una cedola fissa annua del 6,375%, corrisposta su base semestrale agli investitori.

Un aspetto rilevante è che si tratta di titoli perpetui, quindi senza scadenza prefissata, ma con facoltà di rimborso anticipato da parte dell’emittente a partire dal 26 maggio 2033. Da quel momento in poi, Intesa Sanpaolo potrà esercitare la call option in corrispondenza di ogni data di pagamento degli interessi, offrendo flessibilità in termini di gestione del capitale.

In caso di mancato esercizio della call, la cedola verrebbe rideterminata sulla base del tasso Mid Swap a 5 anni, maggiorato di un margine fisso di 403,80 punti base, a dimostrazione del profilo “riskier” di questi strumenti rispetto a titoli senior tradizionali.

Domanda record e profilo degli investitori: la fiducia nel credito intesa

Il successo dell’emissione è stato immediato: nelle prime due ore dal lancio, il titolo ha raccolto ordini per circa 3,75 miliardi di euro, arrivando a oltre 5 miliardi in fase di chiusura del libro ordini. Un risultato che ha permesso alla banca di rivedere al ribasso le indicazioni iniziali di rendimento: dal 6,875% previsto inizialmente, la cedola si è assestata al 6,375%, segno della forte competizione tra gli investitori per ottenere l’allocazione.

Secondo quanto dichiarato da Alessandro Lolli, Deputy CFO e responsabile del Group Treasury e Capital Management di Intesa Sanpaolo, l’operazione conferma “l’eccellente qualità del credito della banca e l’apprezzamento continuo da parte del mercato”, sottolineando che si tratta dell’emissione AT1 con il Reset Spread più basso di sempre realizzata dal gruppo.

La composizione del libro ordini riflette un’elevata diversificazione sia per tipologia di investitore che per area geografica:

  • 73% Fund Managers
  • 10% Hedge Funds
  • 8% Banks e Private Banks
  • 5% Assicurazioni e Fondi Pensione
  • 4% altri soggetti istituzionali

A livello geografico, il 42% degli ordini proviene dal Regno Unito, seguito da Francia (21%), Italia (17%), Paesi nordici (6%) e altri mercati europei come Benelux, Svizzera e Germania.

Un segnale di forza patrimoniale e posizionamento strategico

L’emissione del titolo AT1 da parte di Intesa Sanpaolo non è solo un’operazione finanziaria di successo, ma anche un chiaro segnale strategico al mercato. In un contesto regolamentare sempre più esigente, dove la resilienza patrimoniale delle banche rappresenta una priorità per la vigilanza europea, il collocamento di uno strumento subordinato a condizioni così favorevoli testimonia la solidità del profilo di rischio dell’istituto.

In particolare, il fatto che il reset spread di questa emissione sia il più basso mai registrato dalla banca per strumenti AT1 indica che gli investitori percepiscono Intesa Sanpaolo come una banca ben capitalizzata e con margini di sicurezza sufficienti, anche in caso di eventi di stress sul mercato.

Non va dimenticato che i titoli AT1, in quanto strumenti ibridi tra debito e capitale proprio, possono essere oggetto di write-down o conversione in equity in caso di deterioramento della situazione patrimoniale della banca. Nonostante questi rischi, la forte domanda dimostra che il mercato premia la gestione prudente e la credibilità dell’istituto guidato da Carlo Messina.

Gli strumenti at1 e il contesto europeo: opportunità e complessità

L’operazione di Intesa Sanpaolo si inserisce in un più ampio panorama europeo in cui le obbligazioni Additional Tier 1 rappresentano un importante strumento per la gestione del capitale delle banche, ma anche un’area di crescente attenzione normativa e mediatica. Dopo i casi controversi registrati negli anni passati – come la conversione forzata o l’azzeramento di titoli AT1 in crisi bancarie – il mercato si è fatto più selettivo, premiando solo gli emittenti percepiti come stabili, trasparenti e ben regolati.

In questo contesto, il successo dell’emissione di Intesa non solo rafforza la posizione patrimoniale della banca, ma rappresenta anche un messaggio di fiducia nei confronti del sistema finanziario italiano. Gli strumenti AT1, se ben strutturati e gestiti, possono offrire opportunità interessanti agli investitori istituzionali, mantenendo però un profilo di rischio elevato che richiede una valutazione tecnica accurata.

La trasparenza, la chiarezza nei prospetti informativi e la solidità dell’emittente restano dunque i pilastri fondamentali per la buona riuscita di queste emissioni. E l’operazione da 1 miliardo collocata da Intesa Sanpaolo conferma che, in questo ambito, l’Italia può giocare un ruolo da protagonista.

 

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