Il colosso francese del lusso LVMH ha acquisito il 100 % di Tiffany. La famosa gioielleria americana è stata valutata 16,2 miliardi di dollari. Inizialmente il gruppo di Bernald Arnault aveva offerto 120 dollari per azione, mentre alcuni analisti avevano previsto che il prezzo sarebbe potuto salire fino a 160 dollari.
E invece la compravendita si è fermata a 135 dollari per azione, da pagare in contanti dal noto gruppo del lusso. LVMH-Louis Vuitton rileva quindi Tiffany, e va ad aggiungere la gioielleria statunitense alla sua ormai lunga lista di brand controllati. Tra questi: Louis Vuitton, Dior, Sephora, Fendi, Givenchy, Bulgari, Tag Heuer, Marc Jacobs, Moet & Chandon, Veuve Clicquot.
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L’operazione di acquisizione si concluderà nei primi mesi del 2020, come già annunciato dal CEO di Tiffany, l’italiano Alessandro Bogliolo. La storica gioielleria ha aperto i battenti nel 1837 a New York, poi nel corso del tempo è diventata una vera e propria icona. Complice anche il famosissimo film “Colazione da Tiffany” che l’ha resa celebre ed ha contribuito a fissare l’immagine della gioielleria nella memoria collettiva.
Con questa acquisizione, Bernard Arnault entra prepotentemente nel mercato americano, vero e proprio obiettivo di Louis Vuitton. Ricordiamo che il mese scorso, il gruppo francese ha aperto uno stabilimento in Texas e alla cerimonia d’inaugurazione c’era anche il presidente USA Donald Trump e sua figlia Ivanka Trump. Cosa che ci fa capire quanto ci tenga Louis Vuitton al mercato statunitense. Il gruppo punta a prendere una grande fetta di mercato.
Per LVMH-Louis Vuitton si tratta della più grande acquisizione di sempre, mai il gruppo francese aveva rilevato un’azienda per queste cifre (16,2 miliardi di dollari). Arnault ha dichiarato che la sua intenzione è quella di far brillare il marchio appena acquisito, con la stessa determinazione che ha già messo nelle altre maison del gruppo.
Dall’altro lato, il CEO di Tiffany ha confermato che il marchio è impegnato in un importante processo di trasformazione, e di essere felice di far parte dello stesso gruppo degli altri due maggiori gioiellieri al mondo. Ovvero Cartier e Bulgari.
Tiffany non viene da un periodo particolarmente brillante, anzi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi cambi al vertice e quindi a diversi ri-asset aziendali. Il titolo di Tiffany è addirittura crollato a 60 dollari per azione, praticamente meno della metà di quanto offerto dal gruppo francese.
Dopo l’entrata di Tiffany in LVMH, il gruppo francese conferma la leadership nel settore lusso e si conferma il più grande gruppo del lusso al mondo (fatturato da 46,8 miliardi). Per i concorrenti Richemont (fatturato da 14,2 miliardi) e Kering (13,7 miliardi) sarà durà tenere il passo.
Segnaliamo anche la crescita di quest’ultimo grazie ai marchi Gucci, Yves Saint-Laurent, Bottega Veneta e Pomellato, ma raggiungere LVMH ci sembra un qualcosa di impossibile.
Almeno per ora.