La Banca centrale europea ha deciso di alzare i tassi di interesse per la decima volta consecutiva. Il tasso sui rifinanziamenti principali è stato portato al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
L’aumento è stato di 25 punti base, in linea con le aspettative degli analisti. Si tratta del livello più alto dei tassi di interesse della Bce dal 2014.
La decisione è stata presa per contrastare l’inflazione, che nell’eurozona è salita al 5,6% a giugno. La BCE prevede che l’inflazione continuerà a diminuire nel corso dell’anno, ma che rimarrà ancora troppo elevata per un periodo di tempo prolungato.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato che il Consiglio direttivo è “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine“.
La BCE ha anche alzato le sue previsioni sull’inflazione per il 2023, portandole al 5,6% dal 5,4% previsto in precedenza. Per il 2024, la Bce prevede un’inflazione del 3,2%, in calo rispetto al 3% previsto in precedenza. Per il 2025, la Bce prevede un’inflazione del 2,1%.
L’aumento dei tassi di interesse della Bce avrà un impatto sui prezzi dei mutui, che aumenteranno per i consumatori. L’impatto sarà maggiore per i mutui a tasso variabile, che sono indicizzati ai tassi di interesse della Bce.
L’aumento dei tassi di interesse della Bce avrà una serie di conseguenze sull’economia dell’eurozona.
L’impatto dell’aumento dei tassi di interesse della Bce dipenderà da una serie di fattori, tra cui l’entità dell’aumento, la risposta delle banche centrali di altri paesi e le condizioni economiche dell’eurozona.