Oggi pomeriggio sono stati rivelati i dati relativi all’inflazione USA nel mese di Novembre 2021.

E’ da giorni che sui mercati si respira un clima teso, dovuto proprio all’attesa della pubblicazione dei dati (ne sono un esempio i leggeri ribassi registrati dall’ indice FTSE Mib).

Ebbene, la Federal Reserve ha annunciato che l’inflazione si è attestata al massimo dal 1982, si tratta del valore più alto degli ultimi 40 anni.

Tutto sommato non si tratta di un risultato inatteso, visto che lo stesso ha superato di poco le stime degli analisti.

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Di seguito vi indicheremo la situazione attuale dell’inflazione negli USA, e come la Federal Reserve potrebbe agire per limitare i danni derivanti dall’andamento dei prezzi.

Inflazione USA: i dati

Nel mese di Novembre i prezzi al consumo negli USA sono aumentati dello + 0,8% rispetto al mese precedente (le stime degli analisti si sono invece fermate a quota + 0,7%).

Lo stesso valore diventa molto più alto se rapportato su base annua, in questo caso l’aumento dei prezzi da Gennaio ad oggi è stato del + 6,8%.

Beni alimentari ed energetici sono i due segmenti che hanno registrato la crescita dei prezzi più alta, pari allo 0,5%.

L’inflazione USA ha raggiunto quindi livelli record, l’aumento dei prezzi a livello globale comincia a preoccupare le banche centrali e le diverse potenze mondiali.

Che a loro volta potrebbero scontare un “effetto a catena”.

Molto probabilmente, per limitare i danni, la Federal Reserve procederà con attività di tapering. Ovvero provvederà ad attuare un graduale rallentamento degli acquisti di assets su larga scala.

E il primo taglio potrebbe riguardare proprio il programma di acquisto di bond, che pesa sulle casse statali ben 120 miliardi di dollari al mese.

Prima della presentazione dei risultati sull’inflazione USA era stato già annunciato un taglio da 15 miliardi di euro al mese, che potrebbero presto raddoppiare e salire così a circa 30 miliardi di dollari al mese.

Foto di Foto-Rabe da Pixabay