Grandi novità su Arcelor Mittal, il colosso franco-indiano dell’acciaio ormai da anni sotto i riflettori.

Ricorderete sicuramente i disastri provocati all’Ilva di Taranto (sia ambientali che industriali), con conseguente spegnimento degli altiforni e centinaia di lavoratori lasciati a casa.

Ora il Governo italiano sta cercando di proseguire per una strada diversa, volta a rilanciare l’industria siderurgica nazionale.

Ebbene, il MEF (Ministero delle Economia e delle Finanze) è pronto ad entrare nel capitale di Arcelor Mittal Italy Holding, società che gestisce gli stabilimenti di Taranto, Genova, Novi Ligure, Racconigi ed altri piccoli gruppi siderurgici.

Lo Stato è pronto a versare 400 milioni di euro nelle casse di Arcelor Mittal Italy Holding, ed acquisire così il 50% delle quote attraverso Invitalia (società partecipata al 100% dal MEF).

Se ti interessano ulteriori info su Arcelor Mittal e sull’ex-Ilva di Taranto, ti consigliamo di leggere anche: “ArcelorMittal-Ilva: è caos, indagano anche Le Iene”.

Di seguito vi indicheremo la situazione attuale e le posizioni prese sia da Arcelor Mittal che dal Governo Italiano.

Arcelor Mittal: la situazione attuale

L’attuale Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha già confermato ai sindacati che il MEF (tramite Invitalia) provvederà a versare 400 milioni di euro nelle casse di Arcelor Mittal Italy, sotto forma di aumento di capitale.

Quest’operazione segnerà l’entrata nel capitale del Governo italiano, con conseguente partecipazione al 50%.

Nonostante la conferma del Ministro Giorgetti, non possiamo però affermare al 100% che l’operazione andrà in porto.

Lo stesso titolare del MEF ha fatto presente che Arcelor Mittal dovrà presentare le necessarie rassicurazioni e far luce su alcuni aspetti del dossier che ad oggi non risultano “chiarissimi”.

Insomma, il nuovo Piano Industriale presentato da Arcelor Mittal Italia ad inizio Gennaio, è senza dubbio da rivedere.

L’ok all’operazione potrebbe arrivare entro metà Maggio, sicuramente dopo aver valutato attentamente il dossier.

La denuncia, il ricorso, e le richieste della multinazionale

Ma la holding italiana del colosso mondiale dell’acciaio sembra invece accelerare verso la chiusura dell’accordo.

Anzi, la holding ha già diffidato Invitalia e annunciato la presentazione del ricorso presso un arbitrariato internazionale. Con conseguente richiesta di pagamento degli interessi maturati in questi ultimi mesi.

Perché?

Beh, il 10 Dicembre scorso è stato firmato ufficialmente l’accordo tra Arcelor Mittal e Invitalia, con quest’ultima che avrebbe dovuto versare 400 milioni di euro nelle casse della holding per acquisire il 50% delle quote.

Era quindi tutto pronto, mancava solamente il via libera all’operazione da parte dell’Antitrust, arrivato poi verso la metà di Gennaio (2021). E a quanto pare la scadenza per il versamento relativo all’aumento di capitale di Arcelor Mittal Italy è stata fissata a Febbraio 2021.

Ma il pagamento dei 400 milioni di euro non è avvenuto, causa poca chiarezza da parte della multinazionale. E riparte così un nuovo braccio di ferro tra il gruppo di acciaierie ed il Governo Italiano.

Situazione simile a quella di Alitalia e Atlantia (a cui fa capo Autostrade).

La schizofrenia dei Mittal

Stavolta però abbiamo Mario Draghi dalla nostra parte, e crediamo che nel giro di qualche mese tutte le questioni più spinose (sempre di carattere economico-finanziarie) verranno risolte brillantemente.

A partire proprio dalla “questione siderurgica”. I Mittal vogliono i soldi? E Draghi invece temporeggia.

Se il colosso dell’acciaio aveva veramente intenzione di chiudere velocemente l’accordo avrebbe dovuto presentare un Piano Industriale sicuramente più dettagliato e meno “misterioso”.

La multinazionale ha addirittura minacciato lavoratori e Governo dichiarando di aver fermato l’impianto di produzione di Taranto. Causa mancato versamento dei 400 milioni di euro da parte di Invitalia.

Immediato l’intervento governativo da parte di Draghi, Giorgetti (Ministro Sviluppo Economico) e Arcuri (a.d. di Invitalia) che hanno contattato i vertici di Arcelor Mittal Italia.

Un paio d’ore e il colosso dell’acciaio ha fatto dietro-front.

Anzi, dalla sede di Londra hanno fatto sapere, tramite comunicato ufficiale, che sono ben tre gli altiforni che lavorano a pieno regime nello stabilimento di Taranto.

Confermando quindi il cambio delle direttive comunicate solamente qualche ora prima.

Situazione definita dalla Fiom “al limite della schizofrenia”.