Un vero e proprio rischio fallimento quello di Blockport, l’Exchange Bitcoin con sede ad Amsterdam che chiuderà i battenti a breve. Lichter, fondatore della società dichiarò che la piattaforma sarebbe stata offline già dalla fine di Maggio, ma ciò non è stato possibile a causa del recupero di fondi dei clienti che continua a far slittare la data effettiva della chiusura.

A nulla è valsa la “raccolta fondi” (16 Aprile – 16 Maggio) organizzata da Lichter, che avrebbe dovuto portare nelle casse di Blockport un milione di euro circa. Così non è stato, la cifra stabilita non è stata raggiunta e l’interesse nell’investire in Blockport è calato drasticamente negli ultimi mesi.

Il vero k.o. è stato il lancio di un proprio token, cosa che ha portato Blockport al fallimento.

Blockport : il token

Il lancio di un proprio token non doveva essere una scelta del tutto sbagliata. Gli Exchange Bitcoin infatti per aumentare liquidità in cassa o realizzare nuovi investimenti, sono soliti lanciare una propria criptovaluta. Questo permetterà agli investitori di utilizzare i servizi dell’Exchange a prezzi scontati, usando proprio il token della società come strumento di pagamento.

All’inizio non andava affatto male dato che dopo poche settimane dal lancio, Blockport si ritrovò ben 15 milioni di euro in cassa. Ma la “festa” durò ben poco, ad Aprile Lichter fu costretto ad organizzare una raccolta fondi per raccogliere nuovi capitali. Cosa difficilissima, soprattutto dopo il crollo del suo token che perde addirittura il 93 % del suo valore, che si attesta vicino allo zero.

Blockport :  il futuro

Non si sa che fine farà Blockport, ma possiamo dire che Lichter è comunque alla ricerca di nuovi soci e investitori. Non è da escludere un rilancio della società (magari con un nome diverso) dato che il fondatore dichiara di essere in trattativa con diversi investitori e di cercare un partner adatto per Blockport.

Magari qualcuno in grado di dare un nuovo slancio alla piattaforma, come ad esempio Mark Zuckerberg che sta creando anche lui una criptovaluta per Facebook. Qualcosa bolle in pentola anche se l’accordo tra i due al momento è solo fantasia, probabilmente le solite voci di corridoio.

I precedenti però non lasciano scampo all’azienda di Lichter, infatti ci sono molti altri Exchange Bitcoin che hanno fatto più o meno la stessa fine, dichiarando fallimento. Tra queste ricordiamo la Cointed GmbH accusata di frode e costretta a chiudere, la giapponese MT Gox che ha visto volatilizzarsi milioni di Bitcoin e l’italiana BitGrail s.r.l. che da un giorno all’altro si è ritrovata con 17 milioni di euro mancanti dai wallet dei propri utenti, rubati. Per tutte e 3 ci fu l’istanza di fallimento.