La recente mossa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) di vendere il 25% delle azioni di Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) segna un punto di svolta nel panorama bancario italiano.

Questa decisione, che ha ridotto la partecipazione del ministero dal 64,2% al 39,2%, rappresenta non solo una significativa azione di disinvestimento statale, ma anche un importante segnale di fiducia verso il mercato e gli investitori.

Il contesto e l’impatto sul mercato

La vendita del 25% delle azioni di Mps è stata un’operazione altamente strategica. Il mercato ha reagito positivamente, con un interesse sorprendentemente elevato che ha visto la domanda superare l’offerta iniziale di cinque volte. Questo ha portato il Mef ad aumentare il quantitativo di azioni vendute, passando dal 20% iniziale al 25%.

Un tale interesse da parte degli investitori riflette non solo la fiducia nel futuro di Mps, ma anche la percezione di un settore bancario italiano più stabile e resiliente.

Prezzo d’azione e valore complessivo

Il corrispettivo per azione è stato fissato a 2,92 euro, per un controvalore complessivo di circa 920 milioni di euro. Tale prezzo incorpora uno sconto del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni di BMPS registrato il 20 novembre 2023, ma risulta superiore di quasi il 50% rispetto al prezzo di sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale realizzato nel novembre 2022.

Il collocamento delle azioni di Monte dei Paschi di Siena prevede un range di prezzo tra 2,89 e 3,072 euro per azione. Al valore minimo della forchetta, lo sconto è del 6% rispetto ai prezzi di Borsa. Se l’operazione si completasse intorno a questi valori, l’incasso lordo per il MEF sarebbe compreso tra i 730 e i 770 milioni di euro.

I dettagli dell’operazione

L’operazione di vendita è stata condotta tramite un consorzio di banche, con BofA Securities Europe SA, Jefferies GmbH e UBS Europe SE in qualità di coordinatrici e bookrunner. Questo metodo, noto come accelerated book building, ha permesso di stabilire rapidamente un prezzo equo e competitivo per le azioni, fissato a 2,89 euro ciascuna, con uno sconto del 6% rispetto al prezzo di chiusura di borsa.

Questo processo ha evidenziato un aspetto cruciale: la capacità del Mef di agire con decisione e flessibilità in un contesto di mercato in rapida evoluzione.