Renault si affida all’italiano Luca De Meo, nominato nuovo CEO del gruppo.

E’ arrivato quindi il tanto atteso sostituto di Carl Ghosn, accusato tra l’altro di frode fiscale, malversazione e abuso d’ufficio. L’ex-top manager era stato anche arrestato in Giappone, dove ha scontato ben 130 giorni di carcere per poi essere rilasciato su cauzione.

Non finisce qui perché ad inizio anno Ghosn si è reso anche protagonista di una rocambolesca fuga da Tokyo e dal Giappone dove era ancora agli arresti domiciliari. Rifugiandosi poi in Libano.

Insomma niente male se fosse stato un film, ma purtroppo stiamo parlando dell’ex-numero 1 di Renault, il secondo produttore al mondo di automobili.

Il danno d’immagine per il gruppo è stato notevole, e segnaliamo inoltre che il tutto è accaduto in un periodo non proprio brillante per Renault.

Il gruppo infatti è in piena crisi e rischia il fallimento (leggi anche: “Renault-Nissan-Mitsubishi: nuova alleanza, fusione in arrivo?”).

Ora passa tutto nelle mani di Luca De Meo, illustre manager italiano già definito il “nuovo Marchionne”.

Renault: la nomina di De Meo e le sue dichiarazioni

Dal 1° Luglio 2020 Luca De Meo sarà l’amministratore delegato di Renault. Nei giorni scorsi ha fatto la sua prima apparizione all’assemblea degli azionisti del gruppo francese, ed ha già annunciato che entro la fine dell’anno presenterà il piano per il rilancio della nota casa automobilistica.

De Meo ha dichiarato di conoscere perfettamente l’attuale situazione di Renault, ma si dice fiducioso sul suo rilancio e sull’uscita dall’attuale periodo di crisi.

Ma il nuovo CEO non è nuovo dalle parti di Renault, infatti è proprio qui che ha mosso i suoi primi passi da manager nel settore automobilistico. Ebbene, la sua carriera è iniziata proprio in Francia per poi ricoprire ruoli di spicco in Toyota, Fiat e Volkswagen.

Conclusioni

Auguriamo buona fortuna a De Meo, anche perché gliene servirà parecchia.

Nel 2019 la casa automobilistica francese si è vista ridurre le vendite del -3,5%, valore che aumenta mese dopo mese.

Attualmente, il primo trimestre dell’anno lo stesso valore è salito drasticamente al -26% (in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente). Segnaliamo anche i consistenti  tagli per un totale di 2 miliardi di euro, già previsti e annunciati.