Alcuni crack finanziari sono passati alla storia. Si tratta di importanti aziende e multinazionali che spesso sono arrivati a diventare un’icona del settore. Ovviamente stiamo parlando di gruppi di fama internazionale, con fatturato da miliardi di dollari.

Eppure, la fama e il fatturato non sono riusciti a coprire l’indebitamento e a superare la crisi del proprio settore di appartenenza. Perchè alla fine tutto parte sempre dalla crisi del settore.

Abbiamo stilato la classifica dei più grandi fallimenti USA, e li abbiamo ordinati per “importanza”.

Si tratta di bancarotte che hanno lasciato buchi da miliardi e miliardi di euro. La nostra Parmalat, con il suo buco da 14,3 miliardi di euro (il più grande crack italiano), non rientrerebbe nemmeno nella top 10.

Vediamo di quali aziende si tratta.

10. Pacific Gas Electric & co. – 36,15 miliardi di dollari

Era il mese di Aprile del 2001. Il governatore della California, Gary Davis, annunciò in diretta tv la sua resa e gli aumenti delle tariffe nel settore energetico; la soluzione della crisi venne affidata ad un tribunale fallimentare federale. La società fu al centro della crisi dell’energia elettrica (2000-2001), quando continui e prolungati black-out colpirono l’intera California.

La società non riuscì a prevenire e neanche a limitare i black-out, inoltre non fu in grado di contenere i prezzi dell’elettricità. La colpa del disastro venne attribuita alla deregulation dell’industria energetica attuata dallo stato USA della California qualche anno prima.

Il buco lasciato dalla società sarà di ben 36,15 miliardi USD.

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9. Thornburg Montgage – 36,5 miliardi dollari

Nel maggio del 2009, ci fu il crollo del settore immobiliare USA, proprio quello che scatenò la crisi mondiale a seguito della “reazione a catena” che colpì numerose industrie. La Thornburg Mortgage era una finanziaria che erogava mutui, rimase travolta dalla crisi del settore e dalla stretta creditizia.

L’azienda era specializzata in erogazione di mutui per cifre che superavano i 400.000 euro. Fu un disastro, l’azienda venne liquidata.

Il buco lasciato fu di 36,5 miliardi USD.

Ex-Uffici Generali di Pacific Gas Electric & Co.

8. Chrysler – 39,3 miliardi di dollari

Una delle più famose bancarotte USA. Era il 2009, nel periodo di Aprile-Maggio, quello in cui sono scoppiate le crisi peggiori. Questa volta la crisi finanziaria si allarga a tutta l’economia statunitense, minacciando di travolgere le aziende automobilistiche. E così fu, la peggior sorte toccò a Chrysler, una delle più famose aziende automobilistiche statunitensi.

Il presidente Obama costrinse la multinazionale a dichiarare bancarotta, lasciando un buco da 39,3 miliardi. L’azienda però non venne del tutto “distrutta” ma il suo controllo fu affidato al sindacato United automobile workers.

Gli azionisti di minoranza divennero l’italiana FIAT e il governo federale USA.

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7. MF Global – 41 miliardi di dollari

La bancarotta venne dichiarata la mattina del 31 Ottobre 2011, giusto giusto per i festeggiamenti di Halloween. La MF Global faceva da broker in commodity e derivati, rimasta vittima della crisi del debito europeo. Si tratta del più grande fallimento americano avvenuto a causa dell’Europa.

L’azienda era guidata da Jon Corzine, ex funzionario di Goldman Sach, una delle più grandi banche d’affari del mondo. Eppure la precedente esperienza non è servita al manager per evitare il fallimento. Ai tempi, solamente il fondo JP Morgan era creditore di oltre 2 miliardi di euro nei confronti di MF Global.

La società lascia un buco da 41 miliardi di euro nell’economia statunitense.

Se ti è piaciuto l’articolo, continua a leggere “I più grandi fallimenti USA – Parte 2”.