Il Crodino, l’analcolico biondo che fa impazzire il mondo. E nelle ultime settimane, più che altro sta facendo impazzire Crodo. Il piccolo paesino della provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha dato i natali al famoso aperitivo nel lontano 28 Luglio 1965, quando nello stabilimento di Crodo vennero prodotti i primi 53.855 pezzi. Ora lo stabilimento è vicino alla chiusura, questo sarà l’ultimo anno (il termine è stato fissato per Dicembre 2020).

Dopodiché la produzione passerà in un nuovo sito, più precisamente a Novi Ligure. Ad essere a rischio sono anche gli 80 dipendenti dell’attuale stabilimento di Crodo. C’è da dire però che nessuna lista esuberi è stata presentata ai sindacati, probabilmente potrebbero essere trasferiti presso il nuovo stabilimento.

Crodino: la situazione attuale

Certo, non è che Novi Ligure si trovi dietro l’angolo e i dipendenti rimangono comunque a rischio visto l’impossibilità di raggiungere giornalmente il nuovo stabilimento. Ma a quanto pare, quello che conta oggigiorno è spostarsi dove conviene e prendere le decisioni più “razionali”. Calpestando così anni di storia, di fatiche e di emozioni. Prendendo in giro lo stesso Crodino, che dal paesino d’origine ha preso anche il nome ed è diventato un’icona del Made in Italy.

Ora lo slogan è: “il crodino non deve lasciare Crodo”. Più che uno slogan, si tratta di un appello che tutti i cittadini di Crodo fanno a Campari (attuale proprietario del marchio), capitanati dalla giunta comunale del piccolo paesino piemontese. L’obiettivo è fare di tutto purchè la produzione (che lega anche il suo nome al territorio) non venga spostata.

Previsioni future

Che poi la ricetta del Crodino somiglia a quella della Coca-Cola, ma non per ingredienti e gusto, bensì per la sua segretezza. La ricetta è Top Secret da ben 55 anni e probabilmente continuerà ad esserlo. Ma di quei pochi ingredienti svelati, non erano presenti anche le rinomate acque termali locali? Quindi litri e litri di acqua verranno trasportati da Crodo (che si trova ad un passo dalla Svizzera), fino in Liguria? Beh, ci sembra molto difficile, e azzardiamo che senza questo ingrediente, il crodino non sarà certamente lo stesso di sempre.

Una nuova vita per il Crodino è già pronta, il sindaco di Crodo Ermanno Savoia ha chiamato a raccolta  amministratori, sindacalisti, lavoratori, tutti insieme per una mobilitazione generale. Il Crodino è di Crodo. E meno male, direte voi, che ci sono ancora persone che difendono il proprio territorio, le proprie tradizione ed ovviamente i propri prodotti.

Conclusioni

Però c’è da dire anche che le persone, spesso, sono pronte a diventare i nuovi “salvatori della patria” solo quando ormai non c’è più nulla da fare, o quasi. Il marchio Crodino è stato ceduto da Campari all’azienda danese Royal Unibrew nel 2017. L’accordo prevede che per 3 anni dal momento della cessione, il Crodino sarebbe stato prodotto ancora nello stabilimento di Crodo. Dopodiché passerà al sito produttivo di Novi Ligure, dell’azienda danese.

Ora , i 3 anni sono quasi finiti e il Crodino sta per fare le valigie tra lo stupore e il rammarico generale. Chiudiamo ricordando che prima della cessione c’è stato un vertice tra le due multinazionali (Campari e Royal Unibrew), le rappresentanze sindacali, la Provincia, il Comune di Crodo e l’Unione Alta Ossola.