Simbolo della tanto apprezzata dieta mediterranea, l’olio d’oliva viene anche definito l’elisir di lunga vita. Il prezioso liquido si ottiene dalla spremitura delle olive che si differenziano per varietà, dimensioni e resa. Il migliore, nonché il più ricercato, è l’olio extravergine d’oliva (EVO). Il nostro prodotto Made in Italy è probabilmente il migliore sul mercato, la qualità dell’olio italiano è altissima.

In termini di resa però siamo molto dietro la Spagna che riesce a produrne il triplo rispetto a noi e si conferma sempre leader mondiale del settore. L’Italia è quindi il terzo produttore mondiale di olio extravergine d’oliva, da pochi anni superata dalla Grecia anche se non si è ancora stabilizzata in seconda posizione. Per quest’anno l’obiettivo è crescere e riprenderci almeno la seconda piazza.

Le previsioni

Da un analisi di Coldiretti emerge che quest’anno la produzione italiana di olio EVO dovrebbe aumentare dell’80%. Una netta ripresa dopo il crollo dell’anno scorso causato dal maltempo e dalle condizioni climatiche avverse che hanno distrutto milioni di ettari di uliveti in tutta Italia. Si attende un’ottima annata. In alcune zone del Salento, grazie al clima, sono stati registrate addirittura anticipi di maturazione. La raccolta è già iniziata.

Coldiretti ha stimato la raccolta nazionale in 315000 tonnellate, notevolmente inferiore alla media dell’ultimo decennio, ma in grande aumento rispetto lo scorso anno. Per quanto riguarda la Spagna invece, la produzione viene stimata in 1,35 milioni di tonnellate  in calo rispetto all’1,77 milioni dell’anno scorso. Per la Grecia invece si attende una notevole crescita, si andrà dalle 185000 tonnellate del 2018 alle 300000 stimate per quest’anno. Una crescita di oltre il 40%.

La situazione attuale

La qualità dell’olio italiano non è in discussione, siamo gli unici a possedere 43 tipi di olio extravergine DOP e 4 IGP. E non è finita qui, nella penisola ci sono all’incirca 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, la più grande biodiversità (per le olive) al mondo. Eppure uno dei rischi maggiori che corre il mercato italiano deriva dall’importazione.

Secondo le statistiche ufficiali, da inizio 2019 e per i primi due trimestri dell’anno, l’Italia ha aumentato le importazione dell’olio dall’estero per il 12%. Un aumento devastante che tradotto in numeri significa un importazione di 234 milioni di chili nei primi 6 mesi dell’anno. E il 75% di questo olio estero arriva proprio dalla Spagna, che riesce a registrare un balzo record delle vendite in Italia fissato al 68%.

Le statistiche regionali

Per quanto riguarda la produzione regionale, il primo posto è da dividere tra Puglia e Calabria. La prima è una regione storica per la produzione di olio extravergine d’oliva, da sempre nelle prime posizioni sia per qualità che per quantità. La Calabria invece sta aumentando la produzione di olio anno dopo anno, oggi si contende il primato con la Puglia. Sono loro le regioni trainanti del settore Olio EVO, con Sicilia e Campania largamente staccate in terza e quarta posizione.

Possiamo affermare che la produzione delle olive avviene per il 17 % al Centro, per il 77,9 % al Sud, mentre solo il 2 % al Nord che non possiede condizioni climatiche adatte per la coltivazione. Piemonte e Friuli Venezia Giulia sono i fanalini di coda, insieme producono appena 30 tonnellate. Delude la Sardegna che chiude in 12° posizione, con una media di 8000-9000 tonnellate.