Ed eccoci giunti alla terza parte della nostra classifica. Negli articoli precedenti abbiamo trattati i fallimenti storici di Pacific Gas Electric & Co. (10° posto – 36,15 miliardi di dollari), della Thornburg Montgage (9° posto – 36,5 miliardi di dollari), di Crysler (8° posto – 39,3 miliardi di dollari), di MF Global (7° posto – 41 miliardi di dollari), di Conseco (6° posto – 61,4 miliardi di dollari), di Enron (5° posto – 65,5 miliardi di dollari), ed infine di General Motors (4° posto – 91 miliardi di dollari).

Ora entriamo nella Top 3 delle più grandi bancarotte degli Stati Uniti. Stiamo parlando di multinazionali che hanno lasciato un buco superiore ai 100 miliardi di dollari. Cifre mostruose.

Scopriamo insieme il e il 2° posto.

3. WorldCom – 103,9 miliardi di dollari

Con WorldCom entriamo nella top 3 delle più grandi bancarotte made in USA.  Era il 2002 quando in tribunale si decise il fallimento del colosso americano delle telecomunicazioni. Proprio come piaceva ad Enron e Tyco, la società americana era campione nella frode fiscale. Le pratiche contabili fraudolente furono un must del gruppo USA.

Il CEO Bernie Ebbers venne arrestato con l’accusa di essere colpevole della “più grande frode aziendale della storia degli Stati Uniti”. Si parla addirittura di un buco da oltre 100 miliardi di dollari, una cifra-monstre che avrebbe messo in seria difficoltà lo stato americano. Successivamente, dopo due anni, World Com si lasciò tutto alle spalle e cambiò nome. L’anno dopo venne acquistata da Verizon.

2. Washington Mutual – 327,9 miliardi di dollari

Subito dopo il crack di Lehman Brothers, arrivò quello della Wamu. L’organismo federale di supervisione dei depositi bancari, dichiarò : “Con liquidità insufficiente per far fronte ai propri obblighi, Wamu non è più in condizioni abbastanza solide e sicure per proseguire la propria attività”. E fu bancarotta.

Inoltre, JP Morgan annunciò un aumento di capitale da 8 miliardi di dollari per mantenere i propri standard di solvibilità. Stessa disponibilità di liquidità da parte delle banche centrali, per far fronte alla crisi dei mutui. La fondazione della banca risaliva al lontano 1889, aveva ben 307 miliardi di attivo e 188 miliardi di depositi. Il fallimento di Washington Mutual fu inevitabile, servì un piano da 700 miliardi di dollari(da parte del governo USA) per evitare una reazione a catena e quindi salvare gli altri istituti di credito americani.

26 Settembre 2008 : un giorno triste per gli americani.

Conclusioni

Siamo arrivati quasi alla fine della nostra classifica sui più grandi fallimenti USA. All’appello manca solo la prima posizione, occupata dalla società americana che ha causato il più grande crack della storia degli Stati Uniti. Un qualcosa di incredibile, non era mai stato registrato un fallimento che avesse cifre così spropositate.

Praticamente il doppio del PIL dell’Austria, il triplo in confronto al PIL dell’ Irlanda, 6 volte il PIL della Croazia. Insomma, una situazione che avrebbe buttato giù parecchie economie europee. Ma non quella americana.7

Non vogliamo tenervi sulle spine, si tratta della Lehman Brothers.

Quindi, appuntamento al mese prossimo con il capitolo finale de “I più grandi fallimenti USA“.