Secondo le stime Istat, nel secondo trimestre dell’anno la crescita del PIL in Italia è nulla. Questo sia rispetto ai tre mesi precedenti che su base annua. Eppure rispetto al primo trimestre, il prodotto interno lordo nazionale ha guadagnato ben 100 milioni di euro. Ma non è bastato per farci chiudere il trimestre con un segno positivo. E gli analisti prevedono che a questa crescita zero, conseguirà un Pil negativo nel prossimo trimestre. Si attende quindi  – 0,1 % per la fine di Settembre (terzo trimestre dell’anno). La magra consolazione è che comunque siamo al di sopra delle aspettative ( un vero e proprio paradosso), il segno negativo era atteso già per questo trimestre.

PIL negativo Italia: Cause e rimedi

La commissione UE era pronta ad infliggerci pesanti sanzioni per l’eccessivo debito pubblico, ma il nostro ministro Giovanni Tria ha saputo gestire la situazione ed evitare il tutto. Tria ha dichiarato all’UE che entro fine anno ci sarà la crescita del PIL dello 0,2 %, per poi aumentare già nel primo e secondo trimestre del 2020. Cosa che ha ripetuto anche recentemente, anzi annuncia la ripresa già dal terzo trimestre di quest’anno ma non per quella cifra percentuale. Qualcosa bolle in pentola fra nuove normative, flat tax ed eventuali tagli in determinati settori, però speriamo che le promesse siano portate a termine. Le chiacchiere sono belle, ma non servono. Il valore negativo deriva da diversi settori, dall’agricoltura a quello della pesca, passando per quello industriale. Senza dimenticare la crisi tedesca a cui siamo profondamente legati. Se cala la Germania, caliamo anche noi. Questo perché siamo i primi subfornitori dei tedeschi per quanto riguarda gli unici settori in cui il Made in Italy è ancora fervido : meccanica, elettromeccanica, automotive e automazione industriale. Se i tedeschi diminuiscono la richiesta di componenti e materiali prodotti in Italia per questi settori, è crisi e la crescita ovviamente calerà per entrambi.

Situazione attuale

Attualmente quindi, la crescita del PIL è pari allo 0,0 %. Diversa la situazione dell’ Europa (tutta insieme), che registra una crescita dello 0,2 % rispetto al trimestre precedente. Che diventa  1,1 % se rapportato allo stesso periodo dell’anno precedente. Stime comunque in netta diminuzione, l’Italia è nuovamente la peggiore in Europa ancora una volta fanalino di coda. Stavolta però non è però tanto distaccata dalle altre potenze Europee, la Francia registra una crescita solamente dello 0,2 % rispetto allo 0,3 % previsto; mentre la Spagna 0,5 % contro lo 0,7 % atteso. Attenzione anche alle Germania che delude ancora una volta le aspettative e peggiora sulla fiducia dei consumatori. Non solo Italia, ma è tutta l’ Eurozona a rallentare.