OpenAI diventa l’azienda privata più valutata al mondo: 500 miliardi e scalza SpaceX nella classifica globale

Scritto da Redazione Online - 04/10/2025 - 218 visualizzazioni
OpenAI diventa l’azienda privata più valutata al mondo: 500 miliardi e scalza SpaceX nella classifica globale

OpenAI ha appena raggiunto un traguardo che segna un momento storico per il mondo della tecnologia e della finanza globale: con una valutazione di 500 miliardi di dollari, la società fondata da Sam Altman ha superato SpaceX, diventando così l’azienda privata con il maggior valore al mondo. Un risultato sorprendente, se si considera che OpenAI continua a definirsi una no profit.

La nuova cifra è emersa a seguito dell’ultima vendita secondaria di azioni per 6,6 miliardi di dollari, che ha permesso a dipendenti ed ex dipendenti di monetizzare le proprie quote.

Ma cosa ha spinto OpenAI a una crescita così rapida? Chi sono gli investitori dietro questa impennata? E quanto è sostenibile questo modello di sviluppo in un mercato in cui aleggia lo spettro di una nuova bolla tecnologica?

SoftBank e il fondo sovrano degli Emirati tra gli investitori

La crescita esponenziale di OpenAI non sarebbe stata possibile senza l’intervento di colossi finanziari di livello globale. Tra gli investitori che hanno partecipato all’ultima vendita di azioni figurano la giapponese SoftBank e il fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti, MGX. Questi soggetti istituzionali vedono nell’intelligenza artificiale non solo un trend tecnologico, ma un pilastro strategico per il futuro dell’economia mondiale.

Fino a pochi mesi fa, la valutazione di OpenAI era di circa 350 miliardi di dollari, un valore paragonabile a quello di giganti industriali come ExxonMobil.

Oggi, l’impennata porta la startup in una nuova dimensione finanziaria, creando però anche interrogativi sul reale valore di mercato e sulla sostenibilità di queste cifre.

Nuovi accordi con Samsung e SK Hynix spingono il settore AI

Contestualmente alla chiusura della vendita secondaria, Sam Altman ha firmato nuovi accordi con le sudcoreane Samsung e SK Hynix per espandere la produzione di microchip e costruire nuovi data center. L’annuncio ha avuto un effetto immediato sul mercato: tutto il settore dell’intelligenza artificiale ha registrato un rialzo a Wall Street, segno della centralità di OpenAI come catalizzatore di investimenti e aspettative.

L’interesse di aziende leader del settore hardware è motivato dalla crescente domanda di potenza computazionale. Per OpenAI, accrescere le capacità di calcolo non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per mantenere la leadership in un mercato in rapida evoluzione.

Spacex scalzata: Musk perde il primato, ma la sfida continua

La nuova valutazione di OpenAI ha inevitabilmente un risvolto simbolico importante: scalzare SpaceX, l’azienda guidata da Elon Musk, dalla vetta delle aziende private più valutate al mondo. L’ultima stima per SpaceX, aggiornata a luglio, si fermava infatti a 400 miliardi di dollari.

Un colpo difficile per Musk, che in passato è stato mentore e co-fondatore di OpenAI, salvo poi allontanarsene per divergenze sulla governance e sulla direzione tecnologica. Nonostante la rivalità personale, entrambe le aziende restano al centro della trasformazione tecnologica globale: da un lato lo spazio, dall’altro l’intelligenza artificiale.

Un modello di business ancora indefinito

Nonostante il boom di valutazione, OpenAI presenta alcune criticità che alimentano dubbi tra analisti e investitori. La società continua formalmente a operare come una no profit, ma è evidente l’intenzione di trasformarsi in un’impresa profittevole a tutti gli effetti. Il passaggio, tuttavia, solleva interrogativi legali e regolatori, che potrebbero ostacolare l’evoluzione dell’azienda nei prossimi anni.

Inoltre, ci si interroga sulla natura stessa di questa crescita: si tratta di una rivoluzione strutturale o dell’ennesima bolla speculativa? I paralleli con la bolla delle dot-com degli anni Novanta iniziano a moltiplicarsi, in particolare per la velocità con cui gli investimenti si stanno accumulando nel settore.

Ricavi in crescita, ma i costi sono imponenti

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, OpenAI dovrebbe raggiungere nel 2025 un fatturato pari a 13 miliardi di dollari. Tuttavia, le perdite nette previste ammontano a diversi miliardi, un dato che alimenta il dibattito sulla sostenibilità economica del modello.

L’azienda ha dichiarato di avere avuto circa 700 milioni di utenti attivi ad agosto, ma l’espansione delle infrastrutture richiede capitali ingenti. Altman avrebbe firmato un accordo da 300 miliardi di dollari in cinque anni per espandere i data center, operazione che potrebbe generare circa 100 miliardi di nuovo debito per l’azienda.

La sfida dei chip: investimenti miliardari con Broadcom e Nvidia

Oltre ai server, OpenAI è costantemente alla ricerca di chip più potenti ed efficienti. In questa direzione si inserisce l’accordo da 10 miliardi di dollari con Broadcom per la progettazione di un processore custom destinato esclusivamente alle esigenze dell’azienda.

Non meno significativa la mossa di Nvidia, che ha annunciato un investimento da 100 miliardi di dollari. Alcuni analisti hanno ipotizzato che si tratti di un modo per reinvestire i profitti già ottenuti da OpenAI, alimentando i timori di una spirale autoreferenziale tipica delle bolle speculative.

Innovazione o rischio bolla?

OpenAI rappresenta il simbolo più visibile del boom dell’intelligenza artificiale, ma la sua traiettoria solleva tanto entusiasmo quanto preoccupazione. La crescita è trainata da una combinazione di visione tecnologica, accesso al capitale e capacità di attrarre i migliori partner globali. Tuttavia, il nodo centrale resta la sostenibilità a lungo termine: sarà OpenAI il motore di una nuova era industriale o il protagonista di una bolla destinata a scoppiare?

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