Nell’ambito della normativa fiscale italiana, l’anno 2023 segna una pietra miliare per quanto riguarda la gestione e la dichiarazione delle criptovalute. La Legge di Bilancio 2023, con particolare riferimento al comma 129 dell’articolo 1, ha reso mandatorio per tutti i detentori di cripto-attività dichiarare tali beni nel quadro RW del modello dei redditi.

La nuova disposizione non prevede soglie di esenzione e impone una nuova responsabilità ai detentori di cripto-attività, indipendentemente dal valore delle stesse.

Comprensione del Quadro RW

Il quadro RW è lo strumento designato per la dichiarazione delle attività finanziarie detenute all’estero. Francesco Avella, partner dello Studio Avella e Associati, sottolinea l’importanza di questa novità, e mette in luce come la non dichiarazione esponga il detentore di cripto-attività a una sanzione pari al 3% dell’importo che doveva essere dichiarato.

Questo importo, come indicato dall’Agenzia delle Entrate, dovrebbe corrispondere al valore di mercato dei crypto-asset al 31 dicembre 2022, sebbene la valutazione più corretta sarebbe quella basata sul costo di acquisto.

Un aspetto centrale della nuova normativa è la valutazione dei crypto-asset. Secondo le indicazioni fornite, solo gli asset scambiati su un mercato regolamentato devono essere valutati al valore di mercato. Tuttavia, le cripto-attività non hanno un mercato regolamentato, rendendo così il criterio di valutazione del costo di acquisto l’opzione residuale e più appropriata.

Nonostante ciò, per minimizzare il rischio di obiezioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrebbe essere prudente adeguarsi alle indicazioni di prassi e dichiarare i crypto-asset al valore di mercato alla fine del 2022.

Rivalutazione dei Crypto-Asset

La rivalutazione dei crypto-asset è un processo che permette di aggiornare il valore di tali asset a un valore corrente o di mercato in un determinato momento. Questo processo può avere implicazioni fiscali e contabili significative per i detentori di criptovalute.

Nel contesto italiano, la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una disposizione che consente la rivalutazione dei crypto-asset al 1 gennaio 2023. Chi decide di optare per questa strada, dovrà pagare immediatamente al Fisco il 14% del valore di mercato dei crypto-asset a quella data, ma potrà poi utilizzare questo valore di mercato aggiornato come base di calcolo per le eventuali plusvalenze realizzate negli anni successivi.

Per esempio, se al 1 gennaio 2023 un Bitcoin avesse un valore di mercato di 15.427 euro, e un detentore decidesse di rivalutare il suo asset, dovrebbe pagare al Fisco una tassa di 2.160 euro (il 14% di 15.427 euro). In seguito, il valore di 15.427 euro diventerebbe la nuova base di calcolo per determinare le plusvalenze o le minusvalenze future.

Questo meccanismo di rivalutazione è stato introdotto per fornire una certa flessibilità ai detentori di cripto-attività, permettendo di adeguare il valore contabile dei loro asset alla realtà di mercato. Tuttavia, la decisione di rivalutare o meno i propri crypto-asset è complessa e può dipendere da molti fattori, inclusi il valore di acquisto originale dell’asset, le aspettative di crescita del valore dell’asset, e la situazione fiscale complessiva del detentore.

Ravvedimento operoso per i periodi precedenti

La Legge di Bilancio 2023 ha anche introdotto una clausola di ravvedimento operoso che consente la regolarizzazione delle posizioni in criptovalute per i periodi d’imposta dal 2018 al 2021.

Questa opzione consente ai detentori di cripto-attività di sanare eventuali omissioni passate pagando una sanzione dello 0,5% sul valore delle attività non dichiarate, o un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore delle attività detenute, nel caso di redditi realizzati.

La dichiarazione delle criptovalute è una responsabilità cruciale che necessita di una gestione attenta e informata per evitare sanzioni e garantire la conformità con le nuove normative fiscali.

È essenziale per i detentori di cripto-attività essere ben informati e preparati per adempiere correttamente ai propri obblighi fiscali, contribuendo così alla trasparenza e alla regolarità del mercato delle criptovalute.