Maserati, allarme rosso: servono risposte per salvare il marchio

Scritto da Redazione Online - 14/07/2025 - 326 visualizzazioni
Maserati, allarme rosso: servono risposte per salvare il marchio

Una leggenda dell’automobilismo italiano si trova oggi sull’orlo del declino. Maserati, brand sinonimo di lusso, prestazioni e design, vive una fase delicatissima, segnata da un crollo produttivo senza precedenti e da scelte strategiche che hanno lasciato più ombre che certezze. La situazione preoccupa i sindacati, allarma i lavoratori e impone una riflessione profonda sul futuro del marchio. Stellantis, il gruppo che controlla Maserati, ha dichiarato la volontà di rilanciare il brand, ma per ora il piano industriale resta nel limbo.

Cosa ha portato Maserati in questa spirale discendente? Quali errori strategici sono stati commessi? E, soprattutto, esiste ancora un futuro per il Tridente?

Produzione ai minimi storici: lo spettro del blocco industriale

I numeri raccontano una crisi profonda e tangibile. Nel primo semestre del 2025, lo stabilimento di Mirafiori ha prodotto appena 140 veicoli Maserati: un crollo che ha costretto Stellantis a ripensare l’organizzazione della produzione. Le uniche attività che resteranno a Torino saranno la lastratura e la verniciatura, mentre l’assemblaggio delle GranTurismo e GranCabrio sarà trasferito a Modena entro fine anno.

Ma anche nel cuore della Motor Valley, i dati sono tutt’altro che incoraggianti: nella sede modenese sono state prodotte solo 45 unità nei primi sei mesi dell’anno, con una riduzione del 71,9% rispetto al 2024. A rendere il quadro ancora più preoccupante, i soli 11 giorni di produzione effettiva e un Contratto di Solidarietà che ha coinvolto il 50% della forza lavoro.

Si tratta di segnali evidenti di un sistema che si sta fermando: basterà lo spostamento della produzione a Modena a invertire questa tendenza?

Cassino e Grecale: il suv che non ha convinto il mercato

Anche nello stabilimento di Cassino la situazione è tutt’altro che rassicurante. Qui la produzione complessiva nel primo semestre 2025 si è fermata a 10.500 unità, un dato molto al di sotto delle aspettative. Di queste, solo il 25% riguarda il SUV Maserati Grecale, incluso nella versione elettrica Folgore, che non ha raggiunto i volumi sperati.

Presentato come uno dei modelli chiave del rilancio del marchio, il Grecale avrebbe dovuto intercettare il segmento dei SUV premium compatti, ma l’accoglienza del mercato è stata tiepida. A pesare sono stati il posizionamento prezzo poco competitivo, una concorrenza sempre più agguerrita e una strategia elettrica che, per Maserati, si è rivelata affrettata e poco incisiva.

La scommessa sul Grecale è stata forse l’ennesima occasione persa? O si può ancora correggere il tiro e renderlo protagonista in un segmento in continua espansione?

L’allarme dei sindacati: “errori strategici gravi, serve un piano concreto”

A denunciare la situazione con forza è la FIM CISL, che ha definito “gravi” alcune delle scelte strategiche adottate dal management di Stellantis. Tra le critiche principali figura la mancata sostituzione della Levante, un modello fondamentale per i volumi, e l’abbandono del progetto della nuova Quattroporte, storica berlina di rappresentanza.

Decisioni che, secondo i sindacati, hanno lasciato scoperti segmenti cruciali del mercato, proprio mentre i concorrenti rafforzavano le proprie offerte. Inoltre, ha fatto discutere lo stop alla versione full-electric Folgore della MC20 e della MC20 Cielo, inizialmente prevista per l’inizio del 2025, poi sospesa senza una data certa di ripartenza. A tutto ciò si aggiunge una comunicazione poco trasparente e l’assenza, ad oggi, di un piano industriale definito, lasciando lavoratori e territori in un clima di totale incertezza.

Tra atelier e riorganizzazione: le ultime speranze per il rilancio

Nonostante il quadro critico, qualche segnale positivo arriva da Modena. Proprio qui, infatti, è stato completato l’investimento per l’atelier del programma di personalizzazione “Fuoriserie”, pensato per offrire ai clienti un’esperienza sartoriale e rafforzare l’identità esclusiva del brand. Inoltre, il trasferimento dell’assemblaggio delle GranTurismo e GranCabrio a Modena – previsto per l’ultimo trimestre del 2025 – potrebbe ridurre progressivamente l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e riportare continuità produttiva.

Tuttavia, senza una visione chiara sul futuro dei modelli, sulle strategie commerciali e sulla gamma elettrica, questi segnali rischiano di restare solo iniziative isolate. Il rilancio di Maserati richiede coraggio, investimenti mirati e soprattutto una strategia coerente con il posizionamento premium del marchio.

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