Il gruppo Campari è pronto a lasciare l’Italia. L’iconica azienda, tra i leader mondiali del settore beverage, ha annunciato che la sua sede legale sarà presto trasferita nel “Regno delle multinazionali” ovvero ad in Olanda. La sede fiscale però, rimarrà in Italia.

Campari ha quindi scelto di seguire la stessa strada di molte altre multinazionali, che hanno deciso di posizionare il proprio quartier generale in Olanda. Nella capitale, Amsterdam, sono presenti l’italiana Exor (holding della famiglia Agnelli), e-Bay, Uber, Google, Nike e molte altre (Leggi anche: “Crodino ai saluti: dal 2021 via da Crodo e da Campari”).

Ma il fascino della semplice fiscalità olandese non colpisce solo le grandi aziende, ma anche le più grandi rock band come U2, Rolling Stones, e Ac/Dc. Ebbene, è ora arrivato anche il momento di Campari.

Campari: l’ultimo bilancio

Il gruppo Campari ha chiuso un ottimo bilancio 2019, con un fatturato di 1,8 miliardi di euro ed un utile pari a 308 milioni di euro. Il dividendo è stato di 0,055€ per azione, in crescita del 10% rispetto l’anno precedente. Sempre nel 2019, le vendite sono aumentate del 5,9% nonostante la riorganizzazione di alcuni asset e le attività di destoccaggio (come successo per il Giappone e per il Sud Africa).

L’EBIT è stato pari a 408 milioni di euro (+6,7% rispetto al 2018), mentre l’utile netto (come già accennato) è stato pari a 308,4 milioni di euro. Molto bene anche sul fronte del debito finanziario netto che scende a 777,4 milioni di euro. Quest’ultimo valore è riuscito a diminuire grazie alla positiva generazione di cassa, e alle cessioni di segmenti non strategici.

Previsioni future e trasferimento in Olanda

Il CEO del gruppo, Bob Kunze-Concewitz, ha  annunciato che le prospettive future rimangono bilanciate in termini di rischi e opportunità. Aggiunge poi che il gruppo è fiducioso sull’aumento dell’EBIT e su un ulteriore riduzione del debito finanziario.

Riguardo il trasferimento in Olanda invece, il cda valuterà questo cambiamento insieme a tutti gli azionisti, che a loro volta hanno il diritto di recedere (se vogliono ovviamente). La società verrà quindi trasformata in una Naamloze Vennootschap (N.V.) regolata esclusivamente dal diritto olandese. Inoltre, non ci saranno ri-asset operativi o gestionali.

Il trasferimento in Olanda servirà anche a rafforzare il sistema di voto del cda, che prevede l’attribuzione da 2 a 10 voti per gli azionisti che detengono azioni Campari per un tempo che va da 2 a 10 anni.

Il CEO ha anche dichiarato che questo potenziamento del sistema di voto poterà anche ad adottare una struttura flessibile per il capitale sociale, utile per supportare i piani di crescita del gruppo Campari. L’azienda è pronta a valorizzare gli investimenti a lungo termine.