Desertificazione bancaria: oltre 3.000 comuni italiani senza sportelli

Scritto da Redazione Online - 06/05/2025 - 369 visualizzazioni
Desertificazione bancaria: oltre 3.000 comuni italiani senza sportelli

Il sistema bancario italiano continua a cambiare volto, e non sempre in meglio. Nei primi tre mesi del 2025, altre 95 filiali hanno chiuso i battenti, proseguendo una tendenza che ha già visto, solo nel 2024, il numero di sportelli scendere sotto la soglia delle 20.000 unità. Un segnale chiaro di una trasformazione in atto, che però porta con sé conseguenze profonde per territori e cittadini.

La desertificazione bancaria – termine con cui si indica l’assenza o la rarefazione degli sportelli fisici – è oggi un’emergenza sociale che tocca milioni di italiani e contribuisce a peggiorare l’accesso ai servizi finanziari, soprattutto nelle aree interne e nei piccoli centri.

Ma cosa significa davvero vivere in un comune senza una banca? Quali rischi corre il Paese se questo trend continuerà? E quali sono le responsabilità – o le opportunità – del sistema cooperativo in questo contesto?

Le chiusure di sportelli bancari: un declino che non si arresta

La riduzione delle filiali bancarie in Italia è un fenomeno strutturale che si è intensificato negli ultimi anni. Il primo trimestre del 2025 ha segnato una diminuzione dello 0,5%, un dato che rappresenta il peggior inizio d’anno da quando sono iniziate le rilevazioni nel 2022.

Questa progressiva riduzione non è distribuita in modo omogeneo: a essere maggiormente colpite sono regioni come Liguria (-1,2%), Veneto (-1%) e Friuli Venezia Giulia (-0,9%), dove la rete bancaria fisica si sta assottigliando più rapidamente. Al contrario, si registra un timido segnale positivo in Calabria e Umbria, dove è stato aperto un nuovo sportello per regione, entrambi a opera di banche di credito cooperativo (Bcc).

Questi numeri dimostrano come la contrazione della rete bancaria sia una tendenza sistemica, che rischia di lasciare interi territori privi di un presidio fondamentale per la vita economica e sociale delle comunità locali.

Comuni senza banca: quando il territorio perde un presidio essenziale

Nel solo primo trimestre del 2025, altri cinque comuni italiani hanno perso l’ultimo sportello bancario presente sul proprio territorio, portando il totale a 3.386 comuni completamente desertificati, pari al 42,9% del totale nazionale. A questi si aggiungono altri centri in cui è rimasto un solo sportello attivo, situazioni classificate come “in via di desertificazione”. Questo significa che milioni di cittadini devono oggi affrontare spostamenti sempre più lunghi per accedere a un servizio essenziale come il contatto diretto con la propria banca.

Le conseguenze non sono solo logistiche: nei comuni completamente desertificati vivono oltre 4,6 milioni di persone, mentre quasi 6,4 milioni abitano in località dove la presenza bancaria è appesa a un filo. Un fenomeno che interessa anche le imprese: nel primo trimestre del 2025, sono aumentate di 846 unità le aziende con sede in comuni privi di sportelli bancari.

L’assenza di filiali, infatti, può limitare l’accesso al credito, ostacolare i pagamenti e rallentare l’attività economica locale.

Inclusione finanziaria a rischio: il divario digitale accentua le disuguaglianze

L’argomento della desertificazione bancaria non può essere separato da un’altra questione cruciale: il ritardo digitale dell’Italia. Se è vero che molte banche stanno puntando tutto sui canali online, i dati sull’utilizzo dell’internet banking raccontano una realtà ancora lontana dagli standard europei.

In Italia, solo il 55% della popolazione accede ai servizi bancari digitali, contro una media UE del 67,2%. Il divario è ancora più evidente tra gli anziani: nella fascia d’età tra i 65 e i 74 anni, appena il 33,9% utilizza l’online banking, rispetto a una media europea del 44,7%.

Questo significa che per milioni di persone – soprattutto anziani, residenti in aree rurali e cittadini con scarsa alfabetizzazione digitale – la chiusura di una filiale bancaria equivale all’esclusione da ogni forma di servizio finanziario diretto. La trasformazione digitale, in assenza di strategie inclusive e presidi fisici di prossimità, rischia di diventare una nuova forma di disuguaglianza, che colpisce proprio le fasce più fragili della popolazione.

Mappa della desertificazione: le province più colpite e quelle più resilienti

Per analizzare la diffusione della desertificazione bancaria in Italia, la Fondazione Fiba di First Cisl ha elaborato l’Indicatore di desertificazione provinciale (Ipd), che tiene conto di vari parametri: numero di comuni senza sportello, popolazione coinvolta, presenza di imprese e superficie interessata.

I dati aggiornati a marzo 2025 rivelano uno scenario a macchia di leopardo: mentre province come Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna e Reggio Emilia mostrano una buona tenuta, Milano, Roma e Napoli – pur essendo grandi città – occupano rispettivamente il 22°, 37° e 45° posto della graduatoria, segno che la desertificazione colpisce anche zone ad alta densità urbana.

Agli ultimi posti si trovano province come Vibo Valentia e Isernia, dove l’abbandono bancario ha raggiunto livelli estremi. Questo indica che la desertificazione non è solo un problema dei piccoli borghi: anche realtà urbane e produttive iniziano a subire le conseguenze della contrazione degli sportelli.

Le Bcc come argine alla desertificazione: un’occasione da non sprecare

In un contesto di chiusure diffuse e progressiva concentrazione bancaria, le banche di credito cooperativo (Bcc) si stanno rivelando un presidio fondamentale nei territori più fragili. In molti casi, l’unico sportello rimasto in comuni altrimenti desertificati appartiene proprio a una Bcc. Secondo quanto dichiarato da First Cisl, in 9 dei 18 comuni con un solo sportello attivo, questo è gestito da una banca cooperativa.

Le Bcc, grazie alla loro missione mutualistica e alla conoscenza profonda del tessuto locale, hanno l’opportunità concreta di colmare i vuoti lasciati dai grandi gruppi bancari, rilevando le filiali dismesse e rafforzando la loro presenza.

Il potenziale economico c’è: alla fine del 2024, i due principali gruppi cooperativi, Iccrea e Cassa Centrale Banca, disponevano di 16 miliardi di euro in eccesso rispetto ai requisiti patrimoniali. Un capitale importante che, se impiegato in modo strategico, potrebbe trasformare le Bcc in protagoniste attive della coesione territoriale.

In parallelo, alcune Regioni – come la Toscana – hanno già avviato iniziative concrete istituendo Osservatori locali sulla desertificazione bancaria, con il coinvolgimento di istituzioni, sindacati, comunità locali e mondo cooperativo. L’auspicio è che questo modello venga replicato a livello nazionale, affinché il diritto all’accesso bancario non diventi un privilegio geografico.

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