Il 4 Luglio è stato il giorno dell’Indipendence Day. Nike, colosso americano dell’abbigliamento sportivo e leader mondiale del settore, ha ben pensato di lanciare una scarpa edizione limitata (Air Max) per l’occasione.

Ma non è andata proprio bene, la nuova scarpa ha solo sollevato polveroni di polemiche a causa della bandiera americana disegnata sul retro della scarpa.

Si tratta della “Betsy Ross Flag” ovvero la prima bandiera degli Stati Uniti d’America, contenente 13 stelle rappresentanti le colonie che dichiararono guerra al Regno di Gran Bretagna. La bandiera a quanto pare è sinonimo di razzismo e molte persone si sono schierate contro il lancio della nuova Air Max Fourth Of July, che è stata subito ritirata dai negozi e dai centri di smistamento del colosso di Portland.

E Wall Street risponde con un leggero calo di punti percentuali, recuperati immediatamente dal colosso americano.

Andamento di mercato

L’azienda va oltre le previsioni di mercato degli analisti e chiude il quarto trimestre dell’anno fiscale con un fatturato pari a 10,18 miliardi di dollari, contro i 10,16 previsti.

Molto bene quindi su questo piano, leggermente indietro invece per quanto riguarda l’utile per azione che si attesta sui 0,62 centesimi di dollari, invece dei 0.66 centesimi previsti. In leggera discesa l’utile netto totale, l’anno precedente era stato di 1,14 miliardi di dollari, quest’anno invece è pari a 989 milioni di dollari.

Continua anche il progetto internazionale del CEO Mark Parker, che intende aumentare le vendite del brand oltre i confini americani. Il risultato è un +8% per quanto riguarda le vendite in Nord America, e si registra addirittura un +22 % sul mercato cinese.

I dazi sulle esportazioni imposti dal presidente Trump non hanno ostacolato la crescita dell’azienda in oriente. Di particolare importanza è stata anche la partership con Netflix, soprattutto riguardo la serie tv Stranger Things, che ha permesso un consistente aumento delle vendite anche negli Stati Uniti.

La situazione in Europa

Insomma, Nike si rivela ancora una volta l’azienda di riferimento per l’abbigliamento sportivo e tutto ciò che riguarda questo settore (compresi gadget ed accessori). Vale lo stesso anche per l’Europa, anche se è stata sanzionata da poco dall’Antitrust (multa da quasi 13 milioni di euro) per aver limitato la vendita delle proprie magliette da calcio ad alcuni commercianti (e catene) europee.

Nessun problema invece in Italia, dove al momento risulta il brand sportivo più amato, davanti ad Adidas e Puma. Talmente amato che pochi giorni fa al porto di Brindisi, la Guardia di Finanza ha sequestrato ben 33.000 scarpe Nike contraffatte del valore di 2 milioni di dollari.

L’azienda rilancia invece aprendo nuovi store ufficiali, come quello di Torino.