Nel febbraio 2024, Apple ha lanciato il suo attesissimo Vision Pro, il primo visore dell’azienda dedicato alla realtà mista, segnando un passo storico nell’ambizione di entrare nel mercato dei dispositivi immersivi. Con un prezzo di listino di 3.499 dollari, il prodotto si è posizionato come una soluzione di fascia altissima, destinata inizialmente a professionisti, sviluppatori e appassionati di tecnologia disposti a investire in un’esperienza del tutto nuova.
Il Vision Pro ha subito attirato l’attenzione globale, sia per il suo design sofisticato che per le sue capacità tecniche: dalla realtà aumentata alla realtà virtuale, in un’unica piattaforma integrata.
Tuttavia, a distanza di mesi dal lancio, i risultati non hanno rispettato le aspettative iniziali. Negli Stati Uniti si stima che siano state vendute meno di un milione di unità, e le principali critiche ruotano attorno a prezzo elevato, peso ingombrante, scarsità di contenuti mainstream e calo di interesse tra gli sviluppatori, con una perdita del 25% degli sviluppatori di app negli ultimi sei mesi.
In un mondo tech che evolve rapidamente e in cui le interfacce intelligenti stanno guadagnando terreno, Apple sembra pronta a una svolta netta: mettere da parte l’ambizioso visore per concentrarsi sugli smart glasses con intelligenza artificiale.
Il progetto N100: un’idea mai nata
Per cercare di risolvere i principali limiti del Vision Pro, Apple aveva avviato lo sviluppo di una versione più leggera, accessibile e potenzialmente più popolare: il progetto N100. L’obiettivo era chiaro: mantenere le funzionalità avanzate della realtà mista, ma in un formato più compatto e con un prezzo decisamente più competitivo. Il lancio era previsto per il 2027, e avrebbe rappresentato la seconda generazione di headset Apple, destinata a un pubblico più ampio.
Tuttavia, nel 2025, Apple ha comunicato internamente ai suoi dipendenti lo stop definitivo al progetto N100. Una decisione strategica, figlia di un’attenta analisi di mercato e delle difficoltà tecniche nel comprimere costi e dimensioni senza compromettere l’esperienza d’uso. Il team precedentemente dedicato al progetto è stato in gran parte riassegnato a nuovi programmi nel settore wearable, in particolare a iniziative legate all’intelligenza artificiale e agli occhiali smart.
Questa decisione segna un vero e proprio punto di svolta, indicando che Apple non punta più su una seconda generazione del Vision Pro, ma su una nuova famiglia di dispositivi wearable.
Gli smart glasses Apple: l’intelligenza artificiale è la nuova interfaccia
Con l’abbandono del progetto N100, Apple ha accelerato lo sviluppo di una nuova linea di smart glasses basati su tecnologie AI. L’azienda starebbe lavorando su almeno due modelli distinti, con funzionalità differenti ma una filosofia comune: l’interazione naturale con l’utente, attraverso voce e intelligenza artificiale.
Il primo modello, identificato internamente come N50, sarà privo di display e fungerà da accessorio intelligente connesso all’iPhone. Il dispositivo potrebbe essere presentato già nel 2026, con una commercializzazione prevista per il 2027. Si tratterebbe di un prodotto leggero, in grado di offrire notifiche vocali, assistenza in tempo reale tramite Siri, comandi vocali evoluti e funzionalità AI integrate.
Il secondo modello, più ambizioso, includerà un display integrato e tecnologie di realtà aumentata. Inizialmente previsto per il 2028, il progetto è stato anticipato per rispondere direttamente alla crescente popolarità dei Ray-Ban Meta Smart Glasses. L’intenzione di Apple è chiaramente quella di lanciarsi con decisione nel mercato dei wearable intelligenti, sfruttando l’evoluzione della propria intelligenza artificiale per creare un ecosistema dove hardware, software e servizi lavorino in perfetta sinergia.
Entrambi i modelli includeranno microfoni, altoparlanti direzionali e videocamere, ma soprattutto punteranno su un’interazione fluida, vocale e contestuale, trasformando Siri in un vero assistente personale potenziato da modelli linguistici avanzati.
Concorrenza serrata: meta in vantaggio, ma Apple prepara il sorpasso
Il mercato degli smart glasses è già animato da player importanti, e Meta, in particolare, ha preso il largo. Dal lancio nel 2023, i suoi Ray-Ban Smart Glasses hanno venduto oltre 2 milioni di unità e oggi detengono circa il 60% del mercato dei dispositivi senza display. Grazie alla collaborazione con Luxottica e alla perfetta integrazione con l’ecosistema Meta, questi occhiali hanno ottenuto un buon successo sia a livello di design che di funzionalità quotidiane, come scattare foto, ricevere notifiche e interagire con l’AI.
Tuttavia, Apple ha due carte strategiche fondamentali: la sua capacità di integrare hardware e software come nessun altro, e la forza del proprio ecosistema. Secondo molti analisti, compreso Gene Munster, il fallimento del Vision Pro rappresenta il più grande errore strategico di Apple dai tempi del Newton, ma il pivot verso occhiali AI potrebbe ribaltare la situazione.
Grazie alla sua piattaforma AI in espansione, all’interfaccia di Siri potenziata e alla base installata di centinaia di milioni di iPhone, Apple ha tutte le condizioni per recuperare terreno e superare la concorrenza nel medio-lungo periodo.
Una nuova era per i wearable: rischi e opportunità per Apple
Il panorama dei wearable sta rapidamente evolvendo. I visori VR tradizionali stanno perdendo slancio a causa di limiti ergonomici, mancanza di contenuti e scarso appeal mainstream. Allo stesso tempo, cresce la percezione che gli occhiali smart, abilitati dall’intelligenza artificiale, possano diventare la prossima grande piattaforma di computing personale, capace di sostituire o affiancare smartphone e smartwatch nel quotidiano.
Per Apple, questa transizione rappresenta una scommessa importante: abbandonare la realtà mista costosa e ingombrante per abbracciare un’interfaccia vocale, portatile, personale e sempre attiva. Una mossa che, se ben calibrata, potrebbe rafforzare il posizionamento dell’azienda in un settore emergente, consolidando la sua leadership anche in questa nuova fase tecnologica.
Ma le sfide non mancano: l’usabilità, la privacy, la durata della batteria, l’adozione di massa e la concorrenza aggressiva renderanno il percorso tutt’altro che lineare. Eppure, come già accaduto in passato con iPhone, iPad e Apple Watch, Cupertino potrebbe trasformare anche questo segmento, ridefinendo ancora una volta il nostro rapporto con la tecnologia.