MPS-Mediobanca: terzo gruppo bancario italiano da 130 miliardi di asset

Scritto da Redazione Online - 02/10/2025 - 436 visualizzazioni
MPS-Mediobanca: terzo gruppo bancario italiano da 130 miliardi di asset

Settembre 2025 verrà ricordato come una data spartiacque nel sistema bancario italiano: Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha completato l’acquisizione di Mediobanca, dando vita al terzo gruppo bancario del Paese per dimensioni patrimoniali. Con il controllo dell’86,3% del capitale sociale di Piazzetta Cuccia — la holding che detiene il comando di Mediobanca — MPS ha realizzato un’operazione strategica che avrà implicazioni profonde per tutto il settore.

L’operazione, che unisce due storici istituti con attività complementari, non solo ridisegna gli equilibri tra i principali player finanziari italiani, ma solleva anche interrogativi sulle prospettive future del nuovo gruppo, sulla sostenibilità dell’integrazione e sulla reazione degli investitori e delle agenzie di rating.

L’operazione: MPS conquista l’86,3% di Mediobanca

L’acquisizione di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena rappresenta uno dei più significativi eventi di consolidamento bancario in Italia degli ultimi anni. MPS ha ottenuto l’86,3% del capitale sociale di Piazzetta Cuccia, riuscendo così a garantirsi il controllo operativo e strategico dell’intero gruppo Mediobanca.

Questa mossa consente a MPS di uscire definitivamente da una lunga fase di crisi e ricollocarsi tra i protagonisti del panorama bancario nazionale. L’operazione ha ricevuto il via libera dalle autorità competenti e punta a un’integrazione che valorizzi le sinergie tra i due istituti, entrambi con una lunga storia e identità ben definite.

Il giudizio di Moody’s: upgrade per MPS, downgrade per Mediobanca

Le agenzie di rating non hanno tardato a pronunciarsi sull’operazione. Il 30 settembre 2025 Moody’s ha pubblicato una doppia revisione dei rating, con valutazioni molto diverse per le due banche coinvolte.

Per Monte dei Paschi di Siena, Moody’s ha annunciato un miglioramento dei giudizi: il rating sui depositi a lungo termine è stato alzato da Baa2 a Baa1, mentre il debito senior unsecured è stato promosso da Ba1 a Baa3, riportandolo finalmente nell’area investment grade. È stato confermato il Baseline Credit Assessment a ba1, mentre l’outlook resta positivo, a testimonianza delle buone prospettive future del gruppo post-fusione.

Al contrario, Mediobanca ha subito un declassamento. Moody’s ha abbassato il Long Term Issuer Rating da Baa1 a Baa3, lo stesso trattamento riservato al debito senior unsecured. Il Baseline Credit Assessment è passato da baa3 a ba1. Tuttavia, Moody’s ha migliorato l’outlook da stabile a positivo, e ha confermato il rating sui depositi bancari a Baa1/P2, riconoscendo comunque una certa solidità nella capacità di raccolta e gestione della liquidità.

La risposta di Mediobanca: “rating non coerente con il nostro profilo”

Mediobanca ha reagito con fermezza al declassamento deciso da Moody’s. In una nota ufficiale, l’istituto ha definito “non coerente” il giudizio dell’agenzia, sostenendo che l’attuale rating non rifletta l’effettiva solidità creditizia del gruppo. La banca ha ribadito che il proprio profilo creditizio è rimasto invariato rispetto al periodo precedente all’offerta pubblica d’acquisto da parte di MPS.

Secondo Mediobanca, la valutazione di Moody’s sembra più riflettere i rischi sistemici percepiti a seguito della fusione, piuttosto che una reale variazione nella qualità degli attivi, nella governance o nelle prospettive di business. Resta da capire se le altre agenzie di rating seguiranno la stessa linea o adotteranno un approccio più cauto.

Un nuovo colosso da 130 miliardi di euro di asset

L’operazione ha portato alla nascita del terzo gruppo bancario italiano in termini di asset, con circa 130 miliardi di euro di attività complessive. La nuova entità si presenta come un player altamente competitivo su più fronti: dal retail banking alla finanza al consumo, dal wealth management fino al corporate e investment banking.

La complementarità delle attività tra MPS e Mediobanca rappresenta uno dei principali punti di forza del nuovo gruppo. MPS potrà contare sull’esperienza di Mediobanca nei servizi ad alto valore aggiunto per la clientela corporate, mentre Piazzetta Cuccia beneficerà della solida rete retail di MPS e della sua base clienti diffusa su tutto il territorio nazionale.

Le sfide dell’integrazione: i primi 180 giorni saranno cruciali

Moody’s, pur riconoscendo le potenzialità dell’operazione, ha messo in evidenza alcune criticità legate ai rischi di esecuzione. L’agenzia ha sottolineato la natura “trasformativa” della fusione e la complessità dell’integrazione tra due realtà con culture aziendali e sistemi operativi diversi.

I primi 180 giorni saranno fondamentali per dimostrare la sostenibilità del progetto. L’integrazione operativa, la gestione delle risorse umane, la riconciliazione delle piattaforme IT e la governance interna saranno elementi sotto osservazione da parte di analisti, investitori e regulator. L’obiettivo è generare rapidamente sinergie senza compromettere la stabilità dei servizi bancari.

Le prossime tappe: assemblea il 28 ottobre e nuovo management

Una delle prossime scadenze chiave è la convocazione dell’assemblea degli azionisti di Mediobanca, prevista per il 28 ottobre 2025. Durante l’assemblea sarà formalizzata la nuova governance del gruppo, con la possibile nomina del nuovo management.

Tra i nomi più accreditati per i vertici del nuovo polo bancario emergono quelli di Vittorio Grilli come presidente e Alessandro Melzi d’Eril come amministratore delegato. Entrambi sono figure di spicco del panorama finanziario italiano e internazionale, con esperienze pregresse nei ministeri economici e nelle principali istituzioni bancarie europee.

Quali effetti sul mercato bancario italiano?

L’acquisizione di Mediobanca da parte di MPS potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova stagione di consolidamento nel settore bancario italiano. Dopo anni di difficoltà e ristrutturazioni, MPS si rilancia come polo aggregante, mentre Mediobanca entra in una nuova fase della sua storia, forse meno autonoma ma con maggiori risorse a disposizione.

Il mercato guarda con attenzione a questa operazione, che avrà conseguenze anche sulle strategie di Intesa Sanpaolo, UniCredit e altri istituti di rilievo. Gli analisti si aspettano ulteriori fusioni e acquisizioni, soprattutto nel segmento delle banche di medie dimensioni.

Se il nuovo gruppo riuscirà a dimostrare solidità e capacità di generare valore, potremmo assistere a un’accelerazione del processo di consolidamento nel settore bancario italiano, con effetti positivi in termini di efficienza, innovazione e competitività internazionale.

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