Vietnam: crescita economica all’8,22% nel Q3 2025, la più alta dal 2011

Scritto da Redazione Online - 06/10/2025 - 275 visualizzazioni
Vietnam: crescita economica all’8,22% nel Q3 2025, la più alta dal 2011

Il Vietnam sorprende ancora: crescita economica record nel terzo trimestre 2025

Nonostante un contesto globale segnato da tensioni commerciali, eventi climatici estremi e un rallentamento diffuso in molte economie emergenti, il Vietnam ha registrato una performance economica sorprendente nel terzo trimestre del 2025. Con un’espansione del PIL pari all’8,22%, il Paese asiatico ha raggiunto il tasso di crescita trimestrale più alto dal 2011 – escludendo il boom post-pandemia del 2022 – superando non solo il 7,96% del secondo trimestre, ma anche le stime delle principali istituzioni internazionali.

Un risultato che conferma la solidità dell’economia vietnamita e ne rafforza il ruolo strategico nei mercati asiatici e globali. Come è riuscito il Vietnam a mantenere questa traiettoria di crescita, nonostante dazi, tifoni e incertezze globali? E cosa ci dice questa resilienza sul futuro economico del Paese?

Crescita oltre le attese: un segnale di forza strutturale

L’8,22% di crescita del PIL nel terzo trimestre non è solo una cifra impressionante: è un indicatore chiave della tenuta strutturale dell’economia vietnamita. Il tasso medio di crescita annuale per i primi nove mesi del 2025 si attesta al 7,84%, molto vicino al target governativo dell’8,3%-8,5% per l’intero anno. Si tratta di un obiettivo ambizioso, soprattutto se confrontato con le previsioni decisamente più prudenti delle principali istituzioni internazionali: la World Bank prevede una crescita del 6,6%, l’IMF del 6,5% e l’Asian Development Bank del 6,7%.

Questa discrepanza tra le previsioni esterne e le performance reali solleva interrogativi interessanti sull’efficacia delle politiche economiche interne, la capacità di attrarre investimenti e la solidità del tessuto produttivo locale.

I dazi USA non frenano la corsa: la resilienza dell’export

Dal 7 agosto 2025, il governo statunitense ha introdotto un dazio del 20% su numerosi prodotti provenienti dal Vietnam, e un’imposta ancora più severa del 40% su beni transshippati, ovvero riesportati attraverso il Vietnam da altri paesi. Misure pensate per riequilibrare la bilancia commerciale con l’Asia, ma che hanno avuto un impatto limitato sulla performance complessiva delle esportazioni vietnamite.

Infatti, nonostante un calo del 2% nelle esportazioni verso gli USA ad agosto rispetto a luglio (13,94 miliardi di dollari), il bilancio dei primi otto mesi del 2025 è decisamente positivo: +26,4% su base annua, per un valore totale di 99,05 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti restano il primo mercato di sbocco per l’export vietnamita, segno che il sistema produttivo ha saputo adattarsi rapidamente, beneficiando anche della maggiore prevedibilità tariffaria e del consolidamento delle relazioni bilaterali con altri partner esteri.

Tempeste e tifoni: un impatto contenuto grazie alla risposta coordinata

Il terzo trimestre è stato segnato da otto tempeste tropicali, tra cui il potente tifone Bualoi. I danni stimati oscillano tra gli 8 e i 16,5 trilioni di dong (equivalenti a circa 303-625 milioni di dollari). Nonostante la gravità di questi eventi, che hanno colpito infrastrutture, produzione agricola e logistica, l’economia nazionale ha saputo reagire con una straordinaria capacità di ripresa.

Le misure di emergenza messe in atto dal governo, unite a un sistema di protezione civile sempre più efficiente, hanno permesso di contenere le perdite e di garantire la continuità delle attività economiche nei settori chiave.

Manifattura e investimenti esteri: il motore della crescita

Il settore manifatturiero ha rappresentato uno dei pilastri della crescita. L’indice PMI manifatturiero elaborato da S&P Global ha superato la soglia di espansione (50) a luglio, attestandosi a 52,4, per poi stabilizzarsi a 50,4 a settembre. Un segnale positivo, che riflette la ripresa degli ordini e la crescente fiducia degli operatori economici.

La produzione industriale, in particolare, ha registrato un’espansione del 10,10% nel secondo trimestre, contribuendo in modo sostanziale al risultato complessivo. Le imprese a capitale estero – inclusi i grandi player del settore petrolifero – hanno esportato beni per un valore di 195 miliardi di dollari nei primi sette mesi dell’anno, rappresentando ben il 74,3% del totale dell’export vietnamita. Questo dato sottolinea la centralità del Vietnam nelle catene globali del valore, rafforzata dalla sua capacità di attrarre investimenti diretti esteri anche in un contesto globale incerto.

Un risultato che parla chiaro: il Vietnam punta al vertice

“La crescita trimestrale più alta dal 2011, escludendo il boom post-COVID del 2022”, ha dichiarato il Ministro delle Finanze Nguyen Van Thang. Le sue parole sintetizzano un successo non scontato, raggiunto in condizioni difficili, che rafforza la credibilità del Vietnam come una delle economie emergenti più dinamiche del continente asiatico.

Le prospettive per l’ultimo trimestre dell’anno restano positive, con un margine di crescita ancora sostenibile per avvicinarsi o addirittura superare l’ambizioso target dell’8,5% annuo.

Un’economia che non si ferma

Il Vietnam ha dimostrato di saper crescere anche quando il contesto esterno è sfavorevole. L’agilità delle sue imprese, la solidità della politica economica interna e la capacità di attrarre investimenti fanno del Paese uno dei casi di successo più interessanti del 2025. La sfida ora sarà mantenere questo slancio nel medio-lungo periodo, puntando su innovazione, infrastrutture e sostenibilità.

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