Una sospensione improvvisa, un ripristino immediato
Il 3 ottobre 2025, il Ministero indonesiano della Comunicazione e degli Affari Digitali ha annunciato la sospensione della licenza operativa di TikTok nel Paese. La decisione è arrivata a sorpresa, giustificata con il mancato rispetto delle richieste governative sulla trasparenza nella gestione dei dati, in particolare quelli riguardanti le dirette streaming e le relative entrate economiche durante le proteste di massa verificatesi alla fine di agosto. Il colosso dei social media, controllato dalla cinese ByteDance, ha però reagito prontamente, fornendo nel giro di poche ore la documentazione richiesta. Il giorno seguente, il 4 ottobre, la licenza è stata ufficialmente ripristinata. TikTok è rimasta accessibile agli utenti per tutta la durata del provvedimento, che si è rivelato più simbolico che operativo. Tuttavia, l’episodio ha sollevato interrogativi importanti sulla crescente severità regolatoria dell’Indonesia nei confronti delle grandi piattaforme digitali straniere.
Il contesto: tra proteste sociali e uso improprio del live streaming
Le tensioni che hanno portato all’intervento delle autorità affondano le radici nelle proteste di fine agosto 2025, svoltesi tra il 25 e il 30 del mese. Migliaia di cittadini indonesiani sono scesi in piazza per contestare gli alti indennizzi ricevuti dai parlamentari e per denunciare episodi di brutalità da parte della polizia. La situazione è precipitata il 28 agosto, quando un motociclista è morto in circostanze controverse: secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato investito da un veicolo della polizia, accendendo ulteriormente l’indignazione popolare. Le manifestazioni hanno causato almeno dieci vittime e provocato danni diffusi in varie città del Paese. Durante quei giorni di caos, TikTok è stata accusata di non aver adeguatamente controllato l’utilizzo della propria funzione di livestream, che sarebbe stata sfruttata da canali legati al gioco d’azzardo online per generare profitti illeciti. Un’accusa grave, dato che il gioco d’azzardo è vietato in Indonesia. Per gestire la situazione, la piattaforma aveva sospeso temporaneamente le dirette il 30 agosto, ripristinandole dopo pochi giorni, nel tentativo di dimostrare responsabilità.
La questione dei dati: privacy interna vs obblighi statali
Le difficoltà tra TikTok e le autorità non si sono esaurite con la fine delle proteste. Il governo indonesiano aveva richiesto entro il 23 settembre 2025 l’accesso a specifici dati sulle dirette video e le monetizzazioni legate ai giorni delle manifestazioni. TikTok ha risposto solo parzialmente, citando politiche interne di tutela della privacy degli utenti come motivazione del mancato invio completo. Questo atteggiamento è stato giudicato insufficiente dal ministero indonesiano, che ha deciso la sospensione formale della licenza operativa come misura punitiva. Va sottolineato che la sospensione, pur nella sua brevità, rappresenta un chiaro messaggio da parte del governo: le normative locali vanno rispettate, indipendentemente dalle policy aziendali. È solo dopo che TikTok ha inviato i dati completi richiesti che la licenza è stata riattivata.
L’importanza strategica del mercato indonesiano per Tiktok
La reazione fulminea di TikTok è facilmente comprensibile alla luce della centralità dell’Indonesia nella strategia di espansione del gruppo. Con oltre 100 milioni di utenti, il Paese rappresenta il secondo mercato più ampio al mondo per la piattaforma, ed è un pilastro per la sua crescita nel Sudest asiatico. L’episodio dimostra come TikTok non possa permettersi attriti prolungati con Jakarta. Non è un caso che, negli ultimi mesi, l’azienda abbia già affrontato problemi significativi nel Paese: a settembre 2025 è stata multata per 900.000 dollari per non aver notificato in tempo l’acquisizione di Tokopedia, e nel 2023 aveva già subito la sospensione della funzione e-commerce, poi ripristinata solo dopo una ristrutturazione societaria. Il governo indonesiano sta alzando il livello delle richieste normative, e TikTok si trova costretta ad adattarsi a un contesto sempre più regolamentato.
Un modello di regolazione più rigido
L’Indonesia sta progressivamente affermandosi come uno dei Paesi più severi nei confronti delle big tech. La linea dura non riguarda solo TikTok: anche altre piattaforme digitali internazionali sono state oggetto di controlli e multe. Le autorità stanno cercando di ristabilire un controllo nazionale sui dati e sui flussi economici digitali, riducendo il potere delle grandi piattaforme straniere. Il caso TikTok, sebbene si sia concluso rapidamente, rappresenta un precedente significativo che potrebbe influenzare anche altri attori del settore. La rapidità con cui il governo è intervenuto e ha imposto l’adeguamento dimostra una volontà politica precisa: nessuna piattaforma, per quanto grande, può sottrarsi agli obblighi locali.
Risoluzione e silenzio mediatico
Il 4 ottobre 2025, il Ministero indonesiano ha ufficialmente comunicato la riattivazione della registrazione di TikTok come operatore di sistema elettronico, dopo aver confermato che la piattaforma aveva rispettato tutti gli obblighi richiesti. Alexander Sabar, direttore generale per la supervisione dello spazio digitale, ha dichiarato che la riattivazione è avvenuta sulla base dell’esame completo dei dati ricevuti. TikTok, dal canto suo, non ha commentato ufficialmente l’esito della vicenda. Tuttavia, in precedenti comunicazioni aveva ribadito la propria disponibilità a rispettare la normativa locale e a collaborare con le autorità. Il caso sembra chiuso, almeno per ora. Ma l’equilibrio tra piattaforme globali e regolatori nazionali si fa ogni giorno più instabile, e l’Indonesia potrebbe presto diventare un banco di prova per le future politiche digitali della regione.