La nuova era di MPS: fusione con Mediobanca chiusa con l’86,3%

Scritto da Redazione Online - 03/10/2025 - 262 visualizzazioni
La nuova era di MPS: fusione con Mediobanca chiusa con l’86,3%

La chiusura dell’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca rappresenta uno snodo cruciale nel panorama bancario nazionale. Con il raggiungimento dell’86,3% del capitale dell’istituto milanese, MPS ottiene di fatto il controllo operativo su Mediobanca, superando nettamente il target iniziale dell’operazione.

La manovra segna l’avvio di un nuovo corso strategico per il gruppo senese, che intende diventare un polo finanziario di primo piano sullo scacchiere italiano ed europeo.

L’assemblea del 28 Ottobre e la nuova governance

L’integrazione tra i due istituti entra ora nel vivo. Il prossimo 28 ottobre è prevista l’assemblea degli azionisti di Mediobanca, convocata per approvare il bilancio e per nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2026-2028. Si tratta di un passaggio chiave, in quanto i vertici saranno espressione diretta della nuova proprietà targata MPS e avranno il delicato compito di gestire la fase di integrazione tra due realtà profondamente diverse per storia, struttura e modello operativo.

Secondo le liste presentate da Monte dei Paschi, alla presidenza sarà designato Vittorio Grilli, mentre la figura di Alessandro Melzi d’Eril dovrebbe assumere un ruolo esecutivo strategico. Il nuovo amministratore delegato, che resterà da definire in termini formali, avrà il compito di guidare una gestione sempre più integrata tra le due realtà.

Delisting rimandato, ma non escluso

Sebbene l’OPAS abbia raccolto ampi consensi, non è stata raggiunta la soglia del 90% necessaria per il delisting obbligatorio delle azioni Mediobanca. Le azioni dell’istituto continueranno quindi a essere quotate in Borsa, almeno nel breve periodo. Tuttavia, MPS non ha escluso la possibilità di procedere a un delisting futuro attraverso acquisizioni incrementali nei prossimi anni.

Il mantenimento della quotazione garantisce comunque trasparenza e visibilità sul mercato per Mediobanca durante questa delicata fase di transizione.

Il sostegno dei fondi istituzionali e del management di mediobanca

Un elemento fondamentale per il successo dell’offerta è stato il supporto ricevuto dai principali fondi istituzionali e da parte dello stesso top management di Mediobanca. Il CEO uscente, Alberto Nagel, insieme ad altri dirigenti chiave, ha aderito all’offerta, cedendo parte delle proprie azioni.

Questo segnale ha rassicurato i mercati e dato credibilità al progetto di integrazione, indicando una condivisione strategica degli obiettivi a lungo termine del nuovo gruppo bancario.

Le sinergie industriali e finanziarie della fusione

Dal punto di vista industriale, la fusione tra MPS e Mediobanca punta a generare sinergie complessive per circa 700 milioni di euro l’anno. Queste si suddividono in circa 300 milioni derivanti da maggiori ricavi, 300 milioni da riduzione dei costi e 100 milioni da risparmi legati al funding. A questi si aggiungono benefici fiscali legati ai Deferred Tax Assets (DTA) stimati in circa 2,9 miliardi di euro, con un impatto positivo sul capitale che dovrebbe attestarsi intorno a 1 miliardo di euro nel biennio 2026-2027.

Questi numeri testimoniano la solidità del progetto di integrazione, ma rendono evidente anche l’importanza di una gestione prudente, capace di affrontare le complessità operative e culturali di un’operazione di tale portata.

Due modelli bancari da integrare: la vera sfida

L’armonizzazione tra i modelli di business rappresenta una delle sfide principali. MPS ha una forte vocazione nel segmento retail e nel supporto alle PMI, mentre Mediobanca è leader nei servizi di wealth management, credito al consumo e investment banking. Sarà essenziale evitare frizioni e valorizzare le specificità di entrambi gli istituti, preservando i talenti interni e costruendo un’identità unificata.

In particolare, la capacità di trattenere i key people di Mediobanca sarà un indicatore chiave del successo dell’operazione. Gli analisti guardano con attenzione anche al futuro del marchio Mediobanca, il cui valore simbolico e commerciale resta elevato.

Tra le ipotesi in campo vi è la possibilità di mantenerlo come brand indipendente o come entità legale separata, anche in caso di fusione per incorporazione.

Politica, governance e l’ombrello dell’italianità

L’acquisizione ha anche una forte valenza politica. Il rafforzamento della posizione di MPS consente ai gruppi azionari di riferimento – Delfin e Caltagirone – di esercitare un’influenza crescente non solo su Mediobanca ma anche, indirettamente, su Generali. Si tratta di una dinamica che rientra in una strategia più ampia di consolidamento dell’“italianità” del sistema finanziario, nel contesto di una crescente attenzione a evitare operazioni di partnership o acquisizioni da parte di attori stranieri, come Natixis.

Il nuovo assetto rafforza così l’asse Roma-Milano, con un polo bancario nazionale a trazione italiana, sempre più autonomo e strategico anche in un’ottica europea.

Il giudizio dei mercati e delle agenzie di rating

Le agenzie di rating hanno accolto con favore l’operazione. Moody’s ha rivisto al rialzo il giudizio su MPS, riconoscendo la solidità industriale del nuovo gruppo. Tuttavia, gli analisti sottolineano che l’esecuzione dell’integrazione sarà cruciale per confermare i benefici attesi. I rischi principali risiedono nella gestione dei costi di ristrutturazione, nelle possibili fuoriuscite di personale qualificato e nei tempi necessari per ottenere i vantaggi operativi previsti.

Le prospettive: un nuovo polo finanziario nazionale

Con questa acquisizione, MPS non solo si rilancia dopo anni di difficoltà e ricapitalizzazioni, ma punta a diventare un punto di riferimento stabile e competitivo nel panorama bancario europeo. L’integrazione operativa e culturale con Mediobanca sarà il banco di prova definitivo per il nuovo gruppo.

Il successo di questa manovra potrebbe segnare la nascita di un polo finanziario italiano capace di affrontare le sfide di un mercato sempre più integrato, senza perdere di vista l’identità e il controllo nazionale.

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