L’Istat conferma: l’inflazione frena ancora, a Novembre è all’1,1%

Scritto da Andrea Dicanto - 16/12/2025 - 172 visualizzazioni
L’Istat conferma: l’inflazione frena ancora, a Novembre è all’1,1%

Nel mese di novembre, l’inflazione in Italia ha mostrato segnali di ulteriore rallentamento, con una variazione negativa dello 0,2% su base mensile e una crescita annua pari all’1,1%, in calo rispetto al +1,2% di ottobre. Si tratta del livello più basso registrato da gennaio, secondo quanto riportato dall’Istat. Il dato definitivo è leggermente inferiore rispetto alla stima preliminare, che indicava una crescita tendenziale dell’1,2%.

A influenzare la dinamica al ribasso dell’indice generale sono stati soprattutto il rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati, degli energetici regolamentati e dei servizi, in particolare quelli legati ai trasporti. Questi cali sono stati solo parzialmente compensati da un lieve aumento degli energetici non regolamentati. Anche il cosiddetto “carrello della spesa” mostra segnali di rallentamento, con un’inflazione annua scesa all’1,5%.

Ma cosa comporta concretamente questo rallentamento per le famiglie italiane? È davvero un segnale positivo per il potere d’acquisto? E quale impatto potrà avere sulle prossime decisioni di politica monetaria?

Il contributo dei singoli comparti alla discesa dei prezzi

L’analisi disaggregata dei dati Istat mostra che il calo dell’inflazione è legato a più fattori. In primo piano c’è la netta frenata dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, passati da un incremento annuo del 2% a uno dello 0,9%. In parallelo, si osserva un rallentamento anche per gli alimentari non lavorati (da +1,9% a +1,1%) e per quelli lavorati (da +2,5% a +2,1%).

I servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona rallentano dal +3,3% al +3,0%, mentre i prezzi degli energetici regolamentati accentuano la loro flessione, passando da -0,5% a -3,2%. Anche le comunicazioni seguono questa tendenza, con un calo che si amplia da -0,3% a -0,8%. Tutti questi elementi contribuiscono alla discesa dell’inflazione tendenziale.

Inflazione di fondo e differenziale tra beni e servizi

La cosiddetta inflazione di fondo, che esclude le componenti più volatili come energetici e alimentari freschi, si attesta all’1,7%, in calo rispetto all’1,9% del mese precedente. Anche depurando solo la componente energetica, l’inflazione resta al +1,7%.

Un dato interessante riguarda il differenziale inflazionistico tra beni e servizi. I beni segnano una crescita minima dei prezzi (+0,1%), mentre i servizi restano più dinamici con un +2,3%. Questo porta a una riduzione del differenziale a +2,2 punti percentuali, rispetto ai +2,4 punti registrati in ottobre.

Carrello della spesa e prodotti ad alta frequenza d’acquisto

L’inflazione rallenta anche per i beni di consumo più immediati. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano da un aumento annuo del 2,1% al 1,5%. Stessa dinamica per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che vedono un rallentamento dal +2,1% al +2%.

Questi indicatori sono particolarmente rilevanti per le famiglie, poiché riguardano spese quotidiane che impattano direttamente sul bilancio domestico. Il rallentamento dell’inflazione in queste categorie potrebbe offrire un po’ di respiro, ma resta da valutare quanto durerà questa tendenza nel medio periodo.

Dati congiunturali e indice armonizzato

Su base mensile, la variazione negativa dell’indice generale (-0,2%) è principalmente attribuibile alla riduzione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,6%) e dei trasporti (-1,3%). Queste flessioni, legate anche a fattori stagionali, sono state solo in parte compensate da aumenti negli energetici non regolamentati (+0,7%) e negli alimentari non lavorati (+0,4%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), utile per confronti a livello europeo, conferma una variazione mensile del -0,2% e una tendenziale del +1,1%, in calo rispetto al +1,3% di ottobre. L’indice FOI (famiglie di operai e impiegati), al netto dei tabacchi, segna una variazione mensile del -0,1% e una crescita annua dell’1%.

Quali prospettive per il 2025?

L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta al +1,5% per l’indice generale e al +1,8% per la componente di fondo. Questi dati suggeriscono che, salvo shock esterni, l’inflazione potrebbe mantenersi su livelli contenuti anche nel prossimo anno.

Questo contesto inflazionistico più moderato apre diverse riflessioni: da un lato, potrebbe sostenere la stabilità dei consumi e dare maggiore margine d’azione alla Banca Centrale Europea in tema di tassi; dall’altro, potrebbe riflettere una domanda interna anco

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